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Ciclo di catechesi – Gedeone: la liberazione di Israele dai madianiti (Gdc 6-7) Lezione 12

Catechesi La Fede 2017-18

Catechesi di lunedì 20 novembre 2017

Ciclo di catechesi “La Fede: dubbio o Abbandono? La Scelta di una vita

Relatore: p. Giorgio Maria Faré

Ascolta la registrazione della catechesi:

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Brani commentati durante la catechesi:

Giudici capitoli 6 e 7

Cap. 6

1 Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e il Signore li mise nelle mani di Madian per sette anni. 2 La mano di Madian si fece pesante contro Israele; per la paura dei Madianiti gli Israeliti adattarono per sé gli antri dei monti, le caverne e le cime scoscese. 3 Quando Israele aveva seminato, i Madianiti con i figli di Amalek e i figli dell’oriente venivano contro di lui, 4 si accampavano sul territorio degli Israeliti, distruggevano tutti i prodotti del paese fino all’ingresso di Gaza e non lasciavano in Israele mezzi di sussistenza: né pecore, né buoi, né asini. 5 Poiché venivano con i loro armenti e con le loro tende e arrivavano numerosi come le cavallette – essi e i loro cammelli erano senza numero – e venivano nel paese per devastarlo. 6 Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore. 7 Quando gli Israeliti ebbero gridato a causa di Madian, 8 il Signore mandò loro un profeta che disse: “Dice il Signore, Dio d’Israele: Io vi ho fatti uscire dall’Egitto e vi ho fatti uscire dalla condizione servile; 9 vi ho liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano di quanti vi opprimevano; li ho scacciati davanti a voi, vi ho dato il loro paese 10 e vi ho detto: Io sono il Signore vostro Dio; non venerate gli dei degli Amorrei, nel paese dei quali abitate. Ma voi non avete ascoltato la mia voce”.

11 Ora l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita; Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel tino per sottrarlo ai Madianiti. 12 L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: “Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!”. 13 Gedeone gli rispose: “Signor mio, se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: Il Signore non ci ha fatto forse uscire dall’Egitto? Ma ora il Signore ci ha abbandonati e ci ha messi nelle mani di Madian”. 14 Allora il Signore si volse a lui e gli disse: “Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?”. 15 Gli rispose: “Signor mio, come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manàsse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre”. 16 Il Signore gli disse: “Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo”. 17 Gli disse allora: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. 18 Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti”. Rispose: “Resterò finché tu torni”. 19 Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina preparò focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. 20 L’angelo di Dio gli disse: “Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa pietra e versavi il brodo”. Egli fece così. 21 Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; salì dalla roccia un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. 22 Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: “Signore, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!”. 23 Il Signore gli disse: “La pace sia con te, non temere, non morirai!”. 24 Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace. Esso esiste fino ad oggi a Ofra degli Abiezeriti. 25 In quella stessa notte il Signore gli disse: “Prendi il giovenco di tuo padre e un secondo giovenco di sette anni, demolisci l’altare di Baal fatto da tuo padre e taglia il palo sacro che gli sta accanto. 26 Costruisci un altare al Signore tuo Dio sulla cima di questa roccia, disponendo ogni cosa con ordine; poi prendi il secondo giovenco e offrilo in olocausto sulla legna del palo sacro che avrai tagliato”. 27 Allora Gedeone prese dieci uomini fra i suoi servitori e fece come il Signore gli aveva ordinato; ma temendo di farlo di giorno, per paura dei suoi parenti e della gente della città, lo fece di notte. 28 Quando il mattino dopo la gente della città si alzò, vide che l’altare di Baal era stato demolito, che il palo sacro accanto era stato tagliato e che il secondo giovenco era offerto in olocausto sull’altare che era stato costruito. 29 Si dissero l’un altro: “Chi ha fatto questo?”. Investigarono, si informarono e dissero: “Gedeone, figlio di Ioas, ha fatto questo”. 30 Allora la gente della città disse a Ioas: “Conduci fuori tuo figlio e sia messo a morte, perché ha demolito l’altare di Baal e ha tagliato il palo sacro che gli stava accanto”. 31 Ioas rispose a quanti insorgevano contro di lui: “Volete difendere voi la causa di Baal e venirgli in aiuto? Chi vorrà difendere la sua causa sarà messo a morte prima di domattina; se è Dio, difenda da sé la sua causa, per il fatto che hanno demolito il suo altare”. 32 Perciò in quel giorno Gedeone fu chiamato Ierub-Baal, perché si disse: “Baal difenda la sua causa contro di lui, perché egli ha demolito il suo altare”.

Invasione dei nemici 33 Ora tutti i Madianiti, Amalek e i figli dell’oriente si radunarono, passarono il Giordano e si accamparono nella pianura di Izreel. 34 Ma lo spirito del Signore investì Gedeone; egli suonò la tromba e gli Abiezeriti furono convocati per seguirlo. 35 Egli mandò anche messaggeri in tutto Manàsse, che fu pure chiamato a seguirlo; mandò anche messaggeri nelle tribù di Aser, di Zàbulon e di N’ftali, le quali vennero ad unirsi agli altri. 36 Gedeone disse a Dio: “Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, 37 ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se c’è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto”. 38 Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. 39 Gedeone disse a Dio: “Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno”. 40 Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.

Cap. 7

1 Ierub-Baal dunque, cioè Gedeone, con tutta la gente che era con lui, alzatosi di buon mattino, si accampò alla fonte di Carod. Il campo di Madian era al nord, verso la collina di More, nella pianura. 2 Il Signore disse a Gedeone: “La gente che è con te è troppo numerosa, perché io metta Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: La mia mano mi ha salvato. 3 Ora annunzia davanti a tutto il popolo: Chiunque ha paura e trema, torni indietro”. Gedeone li mise così alla prova. Tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila. 4 Il Signore disse a Gedeone: “La gente è ancora troppo numerosa; falli scendere all’acqua e te li metterò alla prova. Quegli del quale ti dirò: Questi venga con te, verrà; e quegli del quale ti dirò: Questi non venga con te, non verrà”. 5 Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua e il Signore gli disse: “Quanti lambiranno l’acqua con la lingua, come la lambisce il cane, li porrai da una parte; porrai da un’altra quanti, per bere, si metteranno in ginocchio”. 6 Il numero di quelli che lambirono l’acqua portandosela alla bocca con la mano, fu di trecento uomini; tutto il resto della gente si mise in ginocchio per bere l’acqua. 7 Allora il Signore disse a Gedeone: “Con questi trecento uomini che hanno lambito l’acqua, io vi salverò e metterò i Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno a casa sua”. 8 Egli prese dalle mani del popolo le brocche e le trombe; rimandò tutti gli altri Israeliti ciascuno alla sua tenda e tenne con sé i trecento uomini. L’accampamento di Madian gli stava al di sotto, nella pianura. 9 In quella stessa notte il Signore disse a Gedeone: “Alzati e piomba sul campo, perché io te l’ho messo nelle mani. 10 Ma se hai paura di farlo, scendivi con Pura tuo servo 11 e udrai quello che dicono; dopo, prenderai vigore per piombare sul campo”. Egli scese con Pura suo servo fino agli avamposti dell’accampamento. 12 I Madianiti, gli Amaleciti e tutti i figli dell’oriente erano sparsi nella pianura e i loro cammelli erano senza numero come la sabbia che è sul lido del mare. 13 Quando Gedeone vi giunse, ecco un uomo raccontava un sogno al suo compagno e gli diceva: “Ho fatto un sogno. Mi pareva di vedere una pagnotta di orzo rotolare nell’accampamento di Madian: giunse alla tenda, la urtò e la rovesciò e la tenda cadde a terra”. 14 Il suo compagno gli rispose: “Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo di Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l’accampamento”.

15 Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, si prostrò; poi tornò al campo di Israele e disse: “Alzatevi, perché il Signore ha messo nelle vostre mani l’accampamento di Madian”. 16 Divise i trecento uomini in tre schiere, consegnò a tutti trombe e brocche vuote con dentro fiaccole; 17 disse loro: “Guardate me e fate come farò io, così farete voi. 18 Quando io, con quanti sono con me, suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e griderete: Per il Signore e per Gedeone!”. 19 Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, all’inizio della veglia di mezzanotte, quando appena avevano cambiato le sentinelle. Egli suonò la tromba spezzando la brocca che aveva in mano. 20 Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche, tenendo le fiaccole con la sinistra e con la destra le trombe per suonare e gridarono: “La spada per il Signore e per Gedeone!”. 21 Ognuno di essi rimase al suo posto, intorno all’accampamento; tutto il campo si mise a correre, a gridare, a fuggire. 22 Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il Signore fece volgere la spada di ciascuno contro il compagno, per tutto l’accampamento. L’esercito fuggì fino a Bet-Sitta a Zerera fino alla riva di Abel-Mecola, sopra Tabbat. 23 Gli Israeliti di N’ftali, di Aser e di tutto Manàsse si radunarono e inseguirono i Madianiti. 24 Intanto Gedeone aveva mandato messaggeri per tutte le montagne di Efraim a dire: “Scendete contro i Madianiti e tagliate loro i guadi sul Giordano fino a Bet-Bara”. Così tutti gli uomini di Efraim si radunarono e si impadronirono dei guadi sul Giordano fino a Bet-Bara. 25 Presero due capi di Madian, Oreb e Zeeb; uccisero Oreb alla roccia di Oreb e Zeeb al Torchio di Zeeb. Inseguirono i Madianiti e portarono le teste di Oreb e di Zeeb a Gedeone, oltre il Giordano.

Testo della catechesi

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Eccoci ritrovati per la nostra catechesi, questa sera faremo un libro nuovo dell’Antico Testamento, che è il libro dei Giudici; ci portiamo al capitolo 6, dove affrontiamo una figura molto importante, molto interessante, che è la figura di Gedeone. Questa figura ci fa vedere come, nella Scrittura, grazie al Cielo, non abbiamo solamente esempi negativi, cioè persone che non sono state capaci di corrispondere alla chiamata, all’attesa di Dio, al desiderio di Dio di essere amato, seguito e soprattutto obbedito; ci sono anche persone che sono state capaci di dire il loro sì. Il testo di stasera ci fa vedere alcune cose interessanti, che servono anche per il cammino di fede di tutti noi; ci fa vedere che, per essere amici di Dio, per essere come a Dio piace, non bisogna essere dei supereroi. Il Signore non chiede l’impossibile, bisogna solamente essere persone oneste, coerenti, alle quali è permessa, riconosciuta e concessa anche la possibilità di tentennare.

Il testo che leggeremo è un po’ lungo, ma lo dobbiamo leggere, altrimenti facciamo fatica a inquadrare la situazione. Libro dei Giudici, capitolo 6:

1Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore — ormai siamo abituati; è sempre così — e il Signore li mise nelle mani di Madian per sette anni. 2La mano di Madian si fece pesante contro Israele; per la paura dei Madianiti gli Israeliti adattarono per sé gli antri dei monti, le caverne e le cime scoscese. 3Quando Israele aveva seminato, i Madianiti con i figli di Amalek e i figli dell’oriente venivano contro di lui, 4si accampavano sul territorio degli Israeliti, distruggevano tutti i prodotti del paese fino all’ingresso di Gaza e non lasciavano in Israele mezzi di sussistenza: né pecore, né buoi, né asini. 5Poiché venivano con i loro armenti e con le loro tende e arrivavano numerosi come le cavallette – essi e i loro cammelli erano senza numero – e venivano nel paese per devastarlo. 6Israele fu ridotto in grande miseria a causa di Madian e gli Israeliti gridarono al Signore.

In realtà, come abbiamo visto al versetto 1, il problema non è Madian; Madian è uno strumento, un’occasione, il problema è un altro: che gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore, e il Signore li mise nelle mani di Madian; questa è la lettura che dobbiamo sempre tenere in mente. Quindi, non è che Madian appare dal nulla, Madian appare nella Provvidenza di Dio, come risposta (ricordate la spiegazione che vi ho dato del castigo) come segno, per far capire agli israeliti che sono completamente fuori strada.

7Quando gli Israeliti ebbero gridato a causa di Madian, 8il Signore mandò loro un profeta che disse: «Dice il Signore, Dio d’Israele: Io vi ho fatti uscire dall’Egitto e vi ho fatti uscire dalla condizione servile; — ecco la memoria; Dio fa sempre memoria: fa memoria dei doni dati, quello che non fa l’uomo. L’uomo non ricorda mai i doni che ha ricevuto, ricorda sempre il momento presente che per gli israeliti è: “Adesso c’è Madian”. Invece Dio li fa tornare in Egitto dicendo: “vi ricordate cosa ho fatto io per voi in Egitto?”. Figurati, se se lo ricordano! — 9vi ho liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano di quanti vi opprimevano; li ho scacciati davanti a voi, vi ho dato il loro paese 10e vi ho detto: Io sono il Signore vostro Dio; non venerate gli dèi degli Amorrei, nel paese dei quali abitate. Ma voi non avete ascoltato la mia voce».

Ecco nuovamente il peccato di idolatria; il popolo d’Israele pecca di idolatria, come abbiamo visto, non obbedisce al Signore, tradisce i comandamenti di Dio e, quindi, succede quello che succede.

11Ora l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita; Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel tino per sottrarlo ai Madianiti. 12L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!». 13Gedeone gli rispose: «Signor mio, se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: Il Signore non ci ha fatto forse uscire dall’Egitto? Ma ora il Signore ci ha abbandonati e ci ha messi nelle mani di Madian».

Ma l’angelo non dice: “Il Signore è con voi”, l’angelo dice: “Il Signore è con te”, non con voi. È Gedeone che cambia le parole; il Signore non è con loro, è con te!

Noi dobbiamo imparare a stare attenti a quello che ascoltiamo, perché sennò non capiamo. Gedeone era talmente preso dal suo problema, cioè da questo flagello che si era scatenato, che neanche ascolta esattamente cosa gli dice l’angelo: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!»; con te, non con loro, non con voi, non con tutti, con te. Ma lui non sente, perché era preoccupato dei Madianiti, era preoccupato del fatto che il Signore aveva promesso e non stava mantenendo; lui dice: “Il Signore ci ha abbandonati. Perché ci succede tutto questo?”.

14Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Và con questa forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?».

Avete notato? Dio non risponde minimamente alle domande di Gedeone, come se neanche Gedeone avesse fatto una domanda. Tutte le nostre domande sono degne di risposta? No, perché ci sono domande che sono profondamente irreali. Domande che nascono, semplicemente, dal nostro egoismo, dalla nostra superficialità, dalla nostra grettezza, dalla incapacità di metterci davanti a Dio. Dio non risponde a tutte le domande; Dio non risponde alle domande sbagliate. Anche saper fare le domande giuste è un dono, è un’arte.

Quindi, l’angelo riprende ciò che gli ha detto, riprende il tema della forza — “con la tua forza” — e gli dice: “con questa forza, adesso vai contro Madian, ti mando io”. Vedete come sono semplici le cose per Dio? Sono facilissime! Per il Signore è tutto facilissimo. Certo, perché lui è Dio! Lui vede la realtà dalla sua prospettiva — ovviamente — e, quindi, se Lui dice: “Io ti mando, tu vai tranquillo, ti mando io”, tutto quello che verrà dopo è la pesantezza dell’uomo — e la vedremo — ma, nel momento in cui il Signore dice: “Vai e fai”, basta! Il Signore, infatti, glielo dice: «non ti mando forse io?».

15Gli rispose: «Signor mio, come salverò Israele?

Comincia il ragionamento dell’uomo… Come se l’uomo ragionasse di più di Dio, come se l’uomo vedesse cose che Dio non vede. Questa è una cosa incredibile! Noi abbiamo la presunzione di insegnare a Dio, la presunzione di dire che Dio sta sbagliando e che io devo suggerirgli le cose come stanno, perché Lui non le vede.

Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manàsse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». 16Il Signore gli disse: «Io sarò con te — è la seconda volta che glielo dice — e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo».

Cioè, il tema non è che tu sei più piccolo, che la tua famiglia è la più povera, il tema è: io sono con te; questo ti dovrebbe bastare! Ma a noi basta Dio? No. A noi basta essere in grazia di Dio? Avere la benedizione di Dio? No. A noi basta solo fare quello che vogliamo, quanto e come vogliamo

17Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. 18Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò finché tu torni».

Guardate Dio come va incontro fino al possibile, fino all’estremo possibile, alla piccolezza dell’uomo, la piccolezza nel senso peggiore del termine; questa non è la piccolezza di S. Teresina, questa è proprio la grettezza. Fin dove proprio si può spingere, Dio si spinge, ti viene proprio incontro. Te l’ha detto due volte, è lì che ti è apparso, ti dice che è con te, ti dice: “fidati di me”, e Gedeone gli dice: “Dammi un segno”. E quindi, l’angelo del Signore dice: va bene, vai, che io ti aspetto.

  19Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina preparò focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. 20L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa pietra e versavi il brodo».

Vuoi un segno? E allora Dio te lo dà proprio bello grosso, perché dopo non ti venga il dubbio che sono andati in autocombustione, che il fuoco si è acceso da solo. Ti dice: tu mettici sopra il brodo.

Egli fece così. 21Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; salì dalla roccia un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. 22Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». 23Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». 24Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace. Esso esiste fino ad oggi a Ofra degli Abiezeriti.

“La memoria”; vedete, il libro della Scrittura è pieno di memorie. Gedeone costruisce un altare, “Signore-pace”, per non dimenticare mai.

Ecco, se volete, vi consiglio di leggere un libro bellissimo, se non l’avete mai letto, è veramente un libro stupendo, dal titolo: “Piedi di cerva sulle alte vette”. È una sorta di parafrasi del Cantico dei Cantici, però ci sono dentro tantissimi spunti di riflessione e di verifica personale, veramente intensa; è bellissimo.

I luoghi della memoria sono fondamentali, perché ci aiutano a ricordare che il Signore è intervenuto in me, per me. Perché servono i luoghi della memoria? Per quando siamo tentati dallo sconforto, dalla paura, dal dubbio di dimenticare e di farci catturare dal momento presente, servono per quello. Perché, quando arriva l’attacco dell’homo inimicus — che è il diavolo — noi non ci facciamo portare via prima la testa e poi il cuore.

25In quella stessa notte il Signore gli disse: «Prendi il giovenco di tuo padre e un secondo giovenco di sette anni, demolisci l’altare di Baal — l’idolo — fatto da tuo padre e taglia il palo sacro che gli sta accanto. 26Costruisci un altare al Signore tuo Dio sulla cima di questa roccia, disponendo ogni cosa con ordine; poi prendi il secondo giovenco e offrilo in olocausto sulla legna del palo sacro che avrai tagliato». 27Allora Gedeone prese dieci uomini fra i suoi servitori e fece come il Signore gli aveva ordinato; ma temendo di farlo di giorno, per paura dei suoi parenti — la storia si ripete sempre — e della gente della città, lo fece di notte.

Il Signore non gli aveva detto di farlo di notte, ma neanche di giorno; gli aveva detto di farlo. Cominciamo a vedere che la paura aleggia nell’uomo forte e valoroso di nome Gedeone. Quest’uomo sente paura, prova paura ma, a differenza di altri, di molti altri, lui questa paura l’affronta; in qualche modo l’affronta sempre. La sente, la vive, ma reagisce, e Dio non reagisce, non lo rimprovera per la paura che sente, perché è naturale, nel cammino di fede, avvertire anche la paura, ma non è naturale, in nome della paura, mancare di fede. Quest’uomo ha paura, ma non manca di fede.

Vedete come, per il Signore, le cose sono molto più semplici che per noi. Dio non è il Dio morale di Nietzsche o di Kant che ordina, che impone, che dà degli imperativi. È un Dio che conosce molto bene come è fatto l’uomo, l’ha fatto Lui. E ci sta anche che l’uomo abbia paura, però va affrontata; non bisogna mancare di fede per la paura. Quindi lui ha paura, però, quello che gli ha detto Dio, lo fa. Non lo fa di giorno, va bene, lo farà di notte, ma tanto non cambia niente, perché poi comunque l’incontro ci sarà, quindi, non evita il problema.

Sapete, per vincere la paura ci sono tanti modi; uno, invece di fare la linea dritta per andare da qui a lì, la fa un po’ storta, un po’ curva, però la fa; è questo l’importante: che lo fa. Quando noi diciamo: “Ah, io non sono coraggioso, dovrei essere coraggioso”, ma chi l’ha detto? Il Signore riconosce che Gedeone è forte e valoroso, anche se ha paura. Ma è normale; fa parte dell’essere forte e coraggioso, avere paura, vuol dire anche essere umili, provare un po’ di timore; però, mi fido di Dio.

28Quando il mattino dopo la gente della città si alzò, vide che l’altare di Baal era stato demolito, che il palo sacro accanto era stato tagliato e che il secondo giovenco era offerto in olocausto sull’altare che era stato costruito.  29Si dissero l’un altro: «Chi ha fatto questo?».

Capite quindi che, lo facesse di giorno o che lo facesse di notte, non cambia niente, perché tanto quelli non sono stupidi, lo vedono che non c’è più l’altare.

Investigarono, — ovviamente; c’è sempre qualcuno che parla troppo — si informarono e dissero: «Gedeone, figlio di Ioas, ha fatto questo». 30Allora la gente della città disse a Ioas: «Conduci fuori tuo figlio e sia messo a morte, perché ha demolito l’altare di Baal e ha tagliato il palo sacro che gli stava accanto». 31Ioas rispose a quanti insorgevano contro di lui: «Volete difendere voi la causa di Baal e venirgli in aiuto? Chi vorrà difendere la sua causa sarà messo a morte prima di domattina; se è Dio, difenda da sé la sua causa, per il fatto che hanno demolito il suo altare». 

Sì, il papà non ha fatto una cosa bella, però recupera in coda; magari per l’affetto del figlio, speriamo… E quindi dice: perché lo dovete uccidere, se quello è veramente Dio, saprà difendersi! 

32Perciò in quel giorno Gedeone fu chiamato Ierub-Baal, perché si disse: «Baal difenda la sua causa contro di lui, perché egli ha demolito il suo altare».

33Ora tutti i Madianiti, Amalek e i figli dell’oriente si radunarono, passarono il Giordano e si accamparono nella pianura di Izreel. 34Ma lo spirito del Signore investì Gedeone; egli suonò la tromba e gli Abiezeriti furono convocati per seguirlo. 35Egli mandò anche messaggeri in tutto Manàsse, che fu pure chiamato a seguirlo; mandò anche messaggeri nelle tribù di Aser, di Zàbulon e di Nèftali, le quali vennero ad unirsi agli altri.

Gedeone ha fatto una raccolta di gente incredibile, perché doveva combattere contro i Madianiti, contro Amalek e tutti quelli dell’Oriente, non contro due persone! E quindi fa un progetto: chiama tutti. E anche questo non è un problema, per il Signore. Noi abbiamo un’intelligenza e il Signore ce la fa usare; Lui gli ha detto di andare a combattere e liberare, e lui lo fa. Ma Gedeone, come noi, ha una visione ancora un po’ troppo materiale; pensa che Dio lo chiami a fare, ma pensa chi fa è lui, Gedeone, questo è il punto. Dio gli dice: “Io sono con te”, sì, va bene, ma Gedeone pensa: sì, va bene, però chi deve fare sono io, e quindi sono io che mi devo arrangiare. Ma quando Dio dice: “Io sono con te”, lo dice davvero! Cioè, veramente Dio è con te. E invece Gedeone pensa: Dio è con me, però devo fare io tutto. Questo è un po’ il nostro stile, che pensiamo: si, il Signore è con me, la Provvidenza è con me, il Signore provvede a me, però, di fatto, poi me la devo arrangiare io, sono io che devo pensare ai miei problemi. No, non è così; non dovrebbe essere così.

36Gedeone disse a Dio: «Se tu stai per salvare Israele per mia mano, come hai detto, — e noi aggiungiamo: come hai dimostrato, perché poco prima gli ha consumato tutta l’offerta col fuoco — 37ecco, io metterò un vello di lana sull’aia: se c’è rugiada soltanto sul vello e tutto il terreno resta asciutto, io saprò che tu salverai Israele per mia mano, come hai detto». 38Così avvenne. La mattina dopo, Gedeone si alzò per tempo, strizzò il vello e ne spremette la rugiada: una coppa piena d’acqua. 39Gedeone disse a Dio: «Non adirarti contro di me; io parlerò ancora una volta. Lasciami fare la prova con il vello, solo ancora una volta: resti asciutto soltanto il vello e ci sia la rugiada su tutto il terreno». 40Dio fece così quella notte: il vello soltanto restò asciutto e ci fu rugiada su tutto il terreno.

In totale, il forte, coraggioso e valoroso Gedeone, chiede tre segni, e lo fa nel giro di breve. Per tre volte chiede a Dio un miracolo, perché non si fida proprio fino in fondo. Perché ogni miracolo finisce e io ho sempre bisogno di un altro, per essere sicuro; perché io ho bisogno di essere sicuro, ho bisogno di essere veramente sicuro che tu mi mandi, perché qui c’è tanta gente, questi qui sono forti. Come facciamo noi a sconfiggerli? Sì, va bene che tu sei con noi, ma sono io ad andare in guerra. Tre volte chiede il segno e per tre volte Dio lo dà.

Quindi, possiamo dire che la fatica di credere e di fidarsi, anche questa, se è onesta, non è un problema, e il Signore viene incontro e concede, conferma, ma poi lo fai. Ti vengo incontro con tutti i segni che vuoi, ma quando te li ho dati, poi, dopo, stai a quello che dico io, non a quello che vuoi tu. Adesso tu sei a posto, bene, però adesso la partita la giochiamo con le mie regole, non con le tue, e adesso vedremo se tu veramente sei un uomo di fede, un uomo di parola. 

Perché Gedeone aveva fatto male i conti: è un problema di matematica, e adesso lo vedremo; tenetevi la penna col fogliettino e vedrete che giochino di matematica combina Dio! Altro che il vello e il brodo sul capretto, adesso il Signore ci fa vedere che, quando poi si tratta di fede, lui va fino in fondo; perché lui è andato fino in fondo con il miracolo, con il segno, ma adesso tocca a te andare fino in fondo con la fede.

1Ierub-Baal dunque, cioè Gedeone, con tutta la gente che era con lui, — state pronti a fare i conti — alzatosi di buon mattino, si accampò alla fonte di Carod. 

Gedeone dice: bene, il Signore è con me, io ho radunato le persone — vedremo quanta gente — adesso andiamo in guerra. Lui è pronto, secondo il suo schema, ha fatto tutti i suoi conti; è sicuro che il Signore lo accompagna e lo sostiene, ha tutta questa gente, allora parte, sicuro della vittoria.

Il campo di Madian era al nord, verso la collina di More, nella pianura. 2Il Signore disse a Gedeone: — Il Signore interviene subito; la sua parte la fa, ma quando poi tu devi fare la tua, la chiede subito — «La gente che è con te è troppo numerosa, perché io metta Madian nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: La mia mano mi ha salvato. 3Ora annunzia davanti a tutto il popolo: Chiunque ha paura e trema, torni indietro». — Pesante! —  Gedeone li mise così alla prova. Tornarono indietro ventiduemila uomini del popolo e ne rimasero diecimila.

Di colpo Gedeone, in un colpo, perde ventiduemila persone; Noi stiamo parlando di una guerra; ventiduemila persone fanno la differenza! Cioè, tu hai davanti trentaduemila persone e te ne vedi ventiduemila che se ne vanno; proviamo a immaginarci la scena! Ne rimasero solo diecimila, che è una miseria, su trentaduemila che erano. Diecimila è niente, in confronto a quelli che stanno arrivando da là.

4Il Signore disse a Gedeone: «La gente è ancora troppo numerosa; falli scendere all’acqua e te li metterò alla prova. Quegli del quale ti dirò: Questi venga con te, verrà; e quegli del quale ti dirò: Questi non venga con te, non verrà». 5Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua e il Signore gli disse: «Quanti lambiranno l’acqua con la lingua, come la lambisce il cane, li porrai da una parte; porrai da un’altra quanti, per bere, si metteranno in ginocchio». 6Il numero di quelli che lambirono l’acqua portandosela alla bocca con la mano, fu di trecento uomini; tutto il resto della gente si mise in ginocchio per bere l’acqua. 7Allora il Signore disse a Gedeone: «Con questi trecento uomini che hanno lambito l’acqua, io vi salverò e metterò i Madianiti nelle tue mani. Tutto il resto della gente se ne vada, ognuno a casa sua». 

Rendiamoci conto: Gedeone rimane con trecento persone a fare una guerra contro Madian, Amalek e i figli dell’Oriente, cioè una catastrofe di persone! Un numero incredibile! E lui ha trecento persone! E, tutta la rimanenza, non è che non ce l’ha perché non sono voluti venire, ma perché il Signore gli ha detto di mandarli via, è questo il concetto. Lui si trova solo con i suoi tre segni e trecento persone, con le quali deve andare in guerra. Che proprio fisicamente uno si mette lì a tavolino, coi soldatini, e dice: probabilmente noi, in guerra, saremo uno contro cinquanta, minimo. E uno di noi come fa ad abbattere cinquanta persone? Perché c’è una proporzione e, se saremo corpo a corpo, dobbiamo fare due conti, non posso andare con trecento persone contro quelli che mi vengono con centomila, come faccio? Cioè, che uno sia anche forte e valoroso, che sia anche bravissimo, è sempre uno contro cinquanta persone.

Ma: “Tu hai voluto i segni, li hai chiesti, io te li ho dati, adesso devi avere fede”. Perché, nella testa di Gedeone, sarà venuta la domanda: “Ma come faremo a vincerli, adesso?”. Voi penserete: vabbè, sarà finita qui? No, figurati!

8Egli prese dalle mani del popolo le brocche e le trombe; — Perché tutti vanno in guerra con le brocche e le trombe! Mi sembrano proprio i due strumenti più adatti per fare una guerra… — rimandò tutti gli altri Israeliti ciascuno alla sua tenda e tenne con sé i trecento uomini. L’accampamento di Madian gli stava al di sotto, nella pianura. — Quindi Gedeone ha trecento persone, le brocche e le trombe e deve fare una guerra — 9In quella stessa notte il Signore disse a Gedeone: «Alzati e piomba sul campo, perché io te l’ho messo nelle mani. 10Ma se hai paura di farlo, scendivi con Pura tuo servo 11e udrai quello che dicono; dopo, prenderai vigore per piombare sul campo».

Guardate che Dio è veramente incredibile! Gli ha dato tre segni fortissimi, gli chiede adesso l’atto di fede, però dice: se hai ancora paura — e questo, di paura, ne era pieno — vai giù nel campo insieme a Pura, vai ad ascoltare quello che dicono, così vedrai che prenderai vigore. Il Signore viene incontro alle nostre paure; non chiede che siamo supereroi, chiede solo che siamo obbedienti.

Egli scese con Pura suo servo fino agli avamposti dell’accampamento. 12I Madianiti, gli Amaleciti e tutti i figli dell’oriente erano sparsi nella pianura e i loro cammelli erano senza numero come la sabbia che è sul lido del mare. 13Quando Gedeone vi giunse, ecco un uomo raccontava un sogno al suo compagno e gli diceva: «Ho fatto un sogno. Mi pareva di vedere una pagnotta di orzo rotolare nell’accampamento di Madian: giunse alla tenda, la urtò e la rovesciò e la tenda cadde a terra». 14Il suo compagno gli rispose: «Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo di Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l’accampamento». 15Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, si prostrò; poi tornò al campo di Israele e disse: «Alzatevi, perché il Signore ha messo nelle vostre mani l’accampamento di Madian». — Gedeone ha paura, però si fida. Non fa mille ragionamenti: quanto è diverso Gedeone da tutti noi! — 16Divise i trecento uomini in tre schiere, consegnò a tutti trombe e brocche vuote con dentro fiaccole;

Gedeone ha capito che le spade non servono più, ha finalmente capito che questa guerra la vincerà Dio, solo Dio, e quindi si mette totalmente dalla parte della fede, abbandona completamente ogni risorsa umana. Entra in quella che, a livello umano, potremmo dire “follia”. E gli uomini lo seguono, perché questa è una Santa follia: trombe, brocche vuote e fiaccole; nessuno va in guerra così.

17disse loro: «Guardate me e fate come farò io, così farete voi. 18Quando io, con quanti sono con me, suonerò la tromba, anche voi suonerete le trombe intorno a tutto l’accampamento e griderete: Per il Signore e per Gedeone!». 19Gedeone e i cento uomini che erano con lui giunsero all’estremità dell’accampamento, all’inizio della veglia di mezzanotte, quando appena avevano cambiato le sentinelle. Egli suonò la tromba spezzando la brocca che aveva in mano.  20Allora le tre schiere suonarono le trombe e spezzarono le brocche, tenendo le fiaccole con la sinistra e con la destra le trombe per suonare e gridarono: «La spada per il Signore e per Gedeone!». — peccato che la spada non c’è! Tra una fiaccola e una brocca, dov’è la spada? — 21Ognuno di essi rimase al suo posto, — ecco la fede: stai al tuo posto, fermo, immobile e zitto. Stai al tuo posto, fai l’uomo, non Dio. Lascia fare a Dio il compito di Dio — intorno all’accampamento; tutto il campo si mise a correre, a gridare, a fuggire. 22Mentre quelli suonavano le trecento trombe, il Signore fece volgere la spada di ciascuno contro il compagno, per tutto l’accampamento. L’esercito fuggì fino a Bet-Sitta a Zerera fino alla riva di Abel-Mecola, sopra Tabbat.

E la storia finisce che muoiono tutti. I trecento erano anche troppi, ne bastava uno! I trecento Dio li ha dati a Gedeone, non perché servivano a qualcosa, ma per Gedeone. Perché, in realtà, a Dio bastava una persona sola, bastava Gedeone, perché quella guerra lì l’ha vinta tutta Dio. Tutto quello che è successo è per opera di Dio. Dio è intervenuto direttamente, questi sono rimasti con le trombe e le fiaccole in mano intorno all’accampamento e, davanti ai loro occhi, è avvenuto il miracolo.

Per poter assistere a questo, nella nostra vita, bisogna avere la stessa fede, che, vedete, non è una fede da supereroe, una fede da Superman, una fede impossibile, ma è una fede segnata anche dalla paura; ma la paura che viene vinta, che viene affrontata in nome della fede. E quando Gedeone lo capisce, si mette totalmente dalla parte della fede e va con brocche, candele e trombe.

 Noi dobbiamo imparare questo stile, perché nel nostro modo di vivere, invece, c’è tutt’altro. Noi pensiamo: “Il Signore è con me, il Signore rimane, tutto quello che vuoi, però io vado in guerra vestito da soldato, con le mie spade, con le mie cose, con tutte quelle che sono le mie risorse, per combattere secondo quello che è il mio criterio, non secondo quello che è il criterio di Dio. Dopo, noi diciamo: “No, ma io credo in Dio; no, ma io c’ho fede in Dio; no, ma io mi impegno”; ma non è vero. Avere fede in Dio non vuol dire semplicemente mettersi lì a sgranare preghiere e Rosari, non è questo. La fede in Dio è questa cosa qui, è quella cosa per la quale io mi fido di Lui, veramente e totalmente.

Gedeone non avrebbe mai immaginato che le cose sarebbero andate a finire così, non poteva neanche sognarselo! Ma Dio è Dio, e Dio fa quello che vuole, è il Signore della storia. Se ti dice: “io sono con te”, basta, tutto il resto non conta, lascia fare a Lui. Devi totalmente affidare tutto a Lui, e quello che non è mai successo succederà, e nel modo che non è mai successo, accadrà. Ma tu ti devi fidare.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

Informazioni

Padre Giorgio Maria Faré ha tenuto queste catechesi tutti i lunedì alle ore 21 presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi di Monza.

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