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“La condurrò nel deserto” (Os 2,16)

neldeserto

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 4 luglio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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“La condurrò nel deserto” (Os 2,16)

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Nel Libro del Profeta Osea, questa mattina, abbiamo ascoltato un invito molto importante, che il Signore fa a ciascuno di noi, ed è l’invito dell’essere chiamato, dell’essere condotto nel deserto: “Io la sedurrò e la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”.

Il deserto è un luogo di privazione, il deserto è un luogo difficile, è un luogo di sofferenze, il deserto è un luogo di solitudine, nel deserto manca tutto, nel deserto si soffre, nel deserto si prova un caldo terribile, nel deserto ci sono le insidie degli scorpioni, tutto è arido; nel deserto si hanno anche le allucinazioni e si può rischiare di morire, il deserto è un luogo molto pericoloso, molto complesso.

Il Signore chiama nel deserto, perché il Signore vuole farci capire cos’è essenziale, ma non nel senso che ci richiama non so a quale pauperismo o non so a chissà quale forma strana di vita religiosa, no, no; Lui chiama nel deserto per dire che l’unica vita, l’unica certezza, l’unica oasi, l’unica acqua è Lui, Lui è il tutto, e nel deserto lo si capisce.

Quando si vive questa situazione interiore di profonda prostrazione, quello è il nostro deserto. Pensiamo alle tante situazioni di fatica, di difficoltà, alle tante situazioni di sofferenza fisica, una malattia per esempio, o morale.

Quante sofferenze morali ci sono oggi, quante sofferenze spirituali ci sono, famiglie complicate, distrutte, violenze, cattiverie, incomprensioni, situazioni proprio assurde, freddezze, incapacità, impossibilità di dialogare, chiusure, cose terribili, che noi neanche immaginiamo, perché, quando ognuno di notte dorme nelle sue quattro mura, chi vede nella casa dell’altro cosa succede?

Eppure, dentro in tantissime case si consumano dei dolori, dei calvari terribili, ci sono persone che sono crocifisse dentro la loro casa. Questo è un deserto, e ci sono tante forme di deserto.

Il Signore, però, ci conduce seducendoci, cioè vuol dire facendoci sentire che ci ama.

Il Signore ci ama!

Gesù è l’unico che ci ama veramente, perché è l’unico che ha dato il Suo Sangue per noi. In questo mese stiamo proprio ricordando il Suo Sangue.

Il Signore ci seduce, il Signore non ci manda nel deserto così, abbandonati a noi stessi, il Signore non ci abbandona alla nostra croce.

Il Signore ci chiama, il Signore ci seduce e il Signore ci conduce, e lì parla.

Ecco, questa è la cosa bella, che quello è il luogo nel quale Dio parla al nostro cuore.

Ma Gesù non è l’unico che parla e il Vangelo di oggi ci avvisa che ci sono altri ciarlatani chiacchieroni, che parlano nel nostro cuore, nella nostra vita, dobbiamo stare molto attenti.

Perché?

Perché Gesù parla con una voce ferma, Gesù è assolutamente buono ma è anche assolutamente giusto.

Gesù non cede al compromesso, per Gesù non ci sono mezze misure, a Gesù non va bene tutto, Gesù non accetta di condividere il nostro cuore con nessuno.

«O tutto, o niente», così diceva l’Angelo a Santa Gemma Galgani poco prima che ci fosse lo sposalizio mistico con Gesù. Le disse: «Gemma, stai attenta, perché, una volta che ti sposi con Gesù, poi è fatta: o tutto, o niente!»

Gesù vuole tutto.

Quali sono le altre voci?

Ce lo dice il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi: i flautisti.

Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse:«Andate via!»”.

Stiamo attenti alle voci suadenti dei flauti falsi, di quelli che ci circuiscono, di quelli che ci riempiono le orecchie di melassa, di parole dolci e false!

Stiamo attenti a coloro che nella nostra vita ci agitano, creano confusione dentro di noi, a quelli che ci disperdono, a quelli che, dopo averli ascoltati, non sappiamo più che cosa è bene e che cosa è male, a quelli che, quando li abbiamo ascoltati, rimaniamo rimbambiti come i topi del flautista magico, che poi si buttano giù nel mare!

Stiamo attenti perché nel deserto non c’è solo la voce di Dio, c’è anche il suono dei flautisti, come il canto delle sirene di Ulisse, e c’è la folla in agitazione; tutta gente che ragiona secondo il mondo, anche se veste panni che possono farci pensare che non è di questo mondo.

Il Signore ha una voce diversa.

I flautisti e la folla in agitazione annunciano la morte: «È morta», dicono loro.

Questo dicono i flautisti: «Tu sei morto».

I flautisti, con la loro melodia, strappano la speranza dal cuore.

Spes, ultima dea”, sotto al vaso di Pandora era scritto questo, e noi ci aggiungiamo che la Speranza è la nostra ultima, unica, dea…

Fede, Speranza e Carità: la Speranza è una delle tre Virtù teologali sulle quali si gioca la santità.

Noi, la Speranza non la possiamo perdere mai, mai!

Gesù, nel deserto è la nostra Speranza, i flautisti e la folla che si agita, invece, ci dicono esattamente il contrario.

Allora, dentro alla nostra situazione di dolore, non crediamo a quelli che ci vogliono portare via la croce, o meglio a quelli che ci dicono: «Scrollati la croce da dosso! Rinnega la croce! Cosa continui a stare lì a pregare? Cosa continui a star lì…?»

Capite perché Gesù nel Vangelo dice: «State molto attenti a quello che ascoltate»?

Noi dobbiamo essere molto attenti alla verginità delle nostre orecchie, a chi ascoltiamo, a chi diamo retta.

Noi dovremmo avere talmente a cuore la nostra anima, da ascoltare solo coloro che ci portano sulla via della verità.

Leggendo il libro di Cleonice Morcaldi, una delle più grandi figlie spirituali di Padre Pio, mi ha sempre colpito una cosa che va assolutamente contro quello che noi predichiamo sempre, quello che noi crediamo, poi probabilmente sono tutte storie del mago, la verità sta nella santità.

Lei scrive che, dopo aver conosciuto Padre Pio, lei divenne maestra e fu nominata maestra in un paese molto lontano da San Giovanni Rotondo e lei soffrì molto per questa cosa, però dovette andare.

Ai tempi non c’era il telefono, non c’era l’iPhone, non c’era l’iPad, il Mac, non c’era niente, nulla, c’erano solamente la carta da lettera e la penna, punto.

Quindi, lei si trasferisce, va là e resta là un anno.

Quello che mi ha colpito è che lei scrive che in quell’anno si confessò una volta…

Incredibile!

Lei si confessava una volta alla settimana con Padre Pio, ma in quell’anno di lontananza si confessò una volta; lei scrive che andò a confessarsi e che quel sacerdote non le rivelò in niente il volto del suo Padre, di Padre Pio, che quelle parole la svuotarono, la sterilizzarono dentro, proprio le crearono aridità, la confusero proprio completamente e che, da quel momento, decise di non confessarsi più e di aspettare di ritornare da Padre Pio.

Padre Pio, appena la vide, dopo un anno, le disse: «Cleonice, vieni, vieni, corri che dobbiamo fare un bel bagno!»

Quante cose stanno dietro a queste scelte, quanta sofferenza e quanta verità…

L’anima è una, stiamo attenti nelle mani di chi la mettiamo!

Vorrei concludere consigliandovi quest’oggi, proprio pensando alla prima lettura, al Signore che ci conduce nel deserto, al Signore che parla, al Signore che ci seduce, contro i flautisti, di ascoltare una canzone che trovo molto bella, vecchissima, una canzone di Angelo Branduardi, un nostro grandissimo cantautore italiano, che si intitola “Capitan Gesù”.

Ascoltate questa canzone, ascoltatela tanto, meditate su quelle parole tanto vere, tanto belle, e vi auguro che lo Spirito Santo nella vostra vita, nella nostra vita, renda Gesù il nostro Unico Capitano.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

Lunedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Os 2,16-18.21-22)

Ti farò mia sposa per sempre.

Così dice il Signore:

«Ecco, io la sedurrò,

la condurrò nel deserto

e parlerò al suo cuore.

Là mi risponderà

come nei giorni della sua giovinezza,

come quando uscì dal paese d’Egitto.

E avverrà, in quel giorno

– oracolo del Signore –

mi chiamerai: “Marito mio”,

e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”.

Ti farò mia sposa per sempre,

ti farò mia sposa

nella giustizia e nel diritto,

nell’amore e nella benevolenza,

ti farò mia sposa nella fedeltà

e tu conoscerai il Signore».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 144)

Rit: Misericordioso e pietoso è il Signore.

Ti voglio benedire ogni giorno,

lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Grande è il Signore e degno di ogni lode;

senza fine è la sua grandezza.

Una generazione narra all’altra le tue opere,

annuncia le tue imprese.

Il glorioso splendore della tua maestà

e le tue meraviglie voglio meditare.

Parlino della tua terribile potenza:

anch’io voglio raccontare la tua grandezza.

Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,

acclamino la tua giustizia.

Misericordioso e pietoso è il Signore,

lento all’ira e grande nell’amore.

Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Canto al Vangelo (2Tim 1,10)

Alleluia, alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte

e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

Alleluia.

VANGELO (Mt 9,18-26)

Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.

In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.

Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell’istante la donna fu salvata.

Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.

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