Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 28 novembre 2020.
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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STATE ATTENTI A VOI STESSI
Eccoci giunti a sabato 28 novembre 2020, abbiamo appena letto il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal cap. XXI di San Luca, vv 34-36. Domani è la prima Domenica di Avvento, domani inizia l’Avvento, il tempo propizio, speciale che ci prepara al Santo Natale.
Il Vangelo di oggi ci ricorda questa cautela di Gesù:
“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”
Quante dissipazioni abbiamo noi durante il giorno, delle quali spesso ci lamentiamo, ma che tanto amiamo! Quanto amiamo le nostre dissipazioni! Tutto ciò che ci distrae, che ci fa perdere tempo, ciò che ci porta a dissiparci, che ci distrae, pensate alle chiacchiere che si fanno, tutto tempo dissipato.
Di tutto quel tempo, guardando il Crocifisso, noi possiamo dire che è stato tutto tempo necessario e utilissimo? Erano necessarie tutte quelle parole?
Quanto tempo buttato via sui Social, su internet, alla televisione, ai giochini! Quante dissipazioni! Quanto ci lasciamo dissipare e distrarre. E in questo modo i cuori diventano pesanti, diventiamo un peso a noi stessi.
“Ubriachezze e affanni della vita”
L’ubriachezza non è solamente dell’alcol, c’è anche l’ubriachezza del divertimento, del piacere a tutti i livelli, del mangiare senza fine, senza un domani.
“Che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso”
Davanti a un cuore così il giorno di Dio piomba addosso all’improvviso. E’ tutta la settimana che stiamo ascoltando gli avvisi di Gesù sul giorno della sua manifestazione.
“Come un laccio infatti esso si abbatterà”
Il Signore ci dà il rimedio:
“Vegliate in ogni momento pregando”
Questo stare attenti, un po’ come le manguste che sono sempre lì con la testa in aria che guardano se arriva il serpente.
- Perché dobbiamo vegliare e pregare?
In ogni momento, dice Gesù.
“Perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”
Ci vuole tantissima forza per sfuggire a tutto ciò che ci allontana da Dio, e per comparire davanti a Gesù, tanta forza.
Vorrei leggervi alla vigilia dell’Avvento, qualche riga di un bellissimo libro intitolato:
Il Padre, San Pio da Pietrelcina, la missione di salvare le anime, testimonianze. Edizioni San Pio da Pietrelcina di Padre Marcellino Iasenzaniro.
A pag. 17, l’autore sta riflettendo sul peccato, e dice:
“C’è da osservare che parlando del peccato anche da parte dei Sacerdoti si tende piuttosto a sottolineare in esso l’aspetto di offesa al Creatore. Certo questo è vero. Se esaminiamo l’etimo di “peccatum” vediamo che questa parola, oltre che colpa e delitto, dice anche errore e sbaglio dalle conseguenze più o meno grave il cui danno ricade su chi lo commette. Nell’Antico Testamento tra i principali termini usati per indicare il peccato troviamo “hattat”, che sta a significare: mancare lo scopo, non trovare ciò che si cerca, fare un passo falso. L’uomo che pecca è come una freccia che manca il bersaglio, così mentre vuole crearsi autonome alternative di salvezza e di felicità, troppo spesso si trova a sperimentare situazioni di miseria.”
Siccome manca il bersaglio, che è Dio, siccome non sto con Dio, non amo Dio, allora si creano alternative autonome, vie alternative, scorciatoie di salvezza e di felicità, e quindi cerca la sua salvezza e felicità altrove, perché noi di fatto cerchiamo sempre la felicità e la salvezza.
“Troppo spesso si trova a sperimentare situazioni di miseria, perché vive in uno stato di alienazione da se stesso, infatti egli si aliena. Se egli è stato creato da Dio e per Dio il peccato che rompe la relazione con il suo Creatore tende a disintegrare la sua stessa personalità umana. Quel che ne segue è facilmente verificabile. In lui si determinano condizioni di stress, di delusione e di concupiscenza, cioè quella brama insaziabile di altri beni che dovrebbero riempire un vuoto che rimane invece incolmabile. Necessariamente anche i riflessi sociali ne sono interessati, il rapporto con il prossimo di chi vive in queste condizioni non può essere costruttivo. Egli condizionato da uno stato d’animo che non è certo quello di un uomo libero, nelle sue azioni tenderà più a soddisfare il suo egoismo che a tenere conto dei diritti degli altri. Giovanni Paolo II di ritorno dal Canada dice: “non si respinge Dio senza ritrovarsi a rifiutare l’uomo”
Quando noi siamo segnati in modo così grave dal peccato, come ha detto Gesù nel Vangelo oggi, a noi degli altri non ci interessa niente, facciamo finta di interessarci ma in realtà noi siamo solamente schiavi del nostro egoismo, perché siamo dentro nella realtà di peccato.
“Il rapporto con il prossimo di chi vive in queste condizioni non può essere costruttivo.”
Non potremo mai fare veramente del bene al prossimo se abitiamo in uno stato di peccato, perché non ne siamo capaci, è condizionato da questo stato.
“Egli condizionato da uno stato d’animo che non è certo quello di un uomo libero”
Chi commette il peccato è schiavo del peccato, dice la Scrittura, e quindi cercherà sempre di soddisfare il suo ego, e sarà sempre stressato, sempre deluso perché è divorato da questa brama insaziabile di altri beni che dovrebbero riempire un vuoto che rimane incolmabile.
Noi siamo sempre stanchi, non abbiamo mai tempo, stanchi e senza tempo.
- Perché?
Perché siamo vuoti, siamo affamati di Dio, siamo in continua ricerca di Dio e in realtà percorriamo vie alternative.
“State attenti a voi stessi, vegliate in ogni momento pregando”
Vi auguro quest’oggi di trascorrere in santo sabato tutto dedicato alla Vergine Maria, per implorare da Lei la grazia di avere la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’Uomo.
E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.
Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)
VANGELO (Lc 21,34-36)
Vegliate, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».