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Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe, parte 8

Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni dal titolo: “Il Salterio di Gesù e di Maria del Beato Alano della Rupe” di sabato 8 ottobre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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VANGELO (Lc 11, 27-28)

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Testo della meditazione

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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 8 ottobre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di san Luca, versetti 27-28.

Oggi proseguiamo con la nostra meditazione sul testo del Beato Alano; siamo al capitolo ottavo dedicato alla storia e alla genesi del Salterio di Gesù e di Maria.

San Bernardo, Sposo speciale di Maria, propagò con meraviglioso zelo e illustrò con l’esempio questo stesso Salterio, e lo dispose secondo il numero ed il significato dei Salmi di Davide, come anche ho sentito e inteso. Esso fu per l’uomo di Dio di grande aiuto ad così grande santità di vita, che il mondo vide, l’Inferno invidiò, e oggi la Chiesa venera. 

Dopo di lui San Domenico, allo stesso tempo prima Guida e Padre illustre del Sacro Ordine dei Predicatori, fin da tenera età fu così devoto in questo modo di pregare Cristo e la Madre di Dio, che pregava assiduamente il Salterio, lo meditava e lo portava durante l’età più avanzata, oltre agli altri esercizi del suo Ordine e della predicazione; adoperò costantemente durante la recitazione di esso che ripeteva ogni giorno almeno tre volte, una penitenza inflitta a se stesso con una catena di ferro; e si tramanda pure che così frequentemente quindi compiva, pregando nel detto modo, otto o anche dieci Salteri al giorno. 

Ricordiamo che il Salterio di Gesù e di Maria è formato dalle centocinquanta Ave Maria e dai quindici Pater delle tre Corone dei tre misteri, gaudiosi, dolorosi e gloriosi.

Quindi san Domenico nella norma ne recitava tre in un giorno, arrivando a volte a otto o dieci.

Egli è il famoso Apostolo del Salterio, riguardo al quale l’amabile Vergine di Dio, con una Rivelazione a lui fatta non una volta sola, diede il mandato e l’ordine di predicare il medesimo e realmente lo predicò e lo portò per tutta la Spagna, l’Italia, la Gallia, l’Anglia, e l’Alemannia. 

Mi sono accorto che ho ripetuto alcune cose già lette ieri, ma non importa… non fa male riascoltarle…

Predicò e diffuse pubblicamente i Salteri a ricchi, a poveri e a gente comune perché insieme all’esercizio di esso si praticasse la Religione Cristiana, si accendesse la pietà, si diffondesse la Chiesa. E un tale frutto faceva riscontro. Né con zelo minore quel suo Ordine del Padre Santissimo dei Predicatori sia adoperò il Salterio in comunità, sia raccomandò di predicarlo fuori al popolo, secondo l’esempio e l’insegnamento di così grande Patriarca, e quanto a lungo rimase nell’Ordine questa preghiera di intercessione, tanto a lungo quest’Ordine fiorì in scienza, virtù e miracoli. 

San Francesco, Patriarca umilissimo dei Frati Minori, quel famoso Cherubino che portò i segni delle stigmate di Cristo, pregò questo Salterio e sperimentò cose mai viste prima sia su se stesso, sia sul suo Santo Ordine per mezzo del medesimo. E lasciò all’Ordine questo pegno di singolare devozione che aveva conseguito. Sono certo di aver visto le prove tangibili del Salterio dello stesso San Francesco. 

Con certezza ho anche scoperto, che San Lutgardo, Santa Cristina di Colonia, Santa Cristina Vaga e, da ammirare, moltissimi altri santi e sante con zelo recitarono e pregarono tre volte questo Salterio. Eppure credo che tutta la Religione e lo Stato della Santa Chiesa lo hanno sempre avuto in grandissimo ossequio. Così lo stesso Maestro Giovanni del Monte, proseguendo nel suo Mariale, scrisse. 

Faccio memoria dei più vicini a noi. C’è un Monastero di Vergini consacrate a Gand dove da quasi duecento anni ogni giorno hanno questo Salterio da recitare al posto delle Ore Canoniche: così dunque tramandarono e consegnarono gli avi.

Ma anche antichissimi Codici attestano senza dubbio, come io su questa stessa cosa ricordi cose fondate, tanto che nel Convento del nostro Ordine a Gand e in molti altri luoghi della terra si può apprendere. 

Qui ha riportato le fonti, la diffusione e quant’altro.

Vediamo il capitolo nono.

Come poté quella realtà, così tanto a lungo incantevole e gloriosa, cadere in oblio?

Le menti dei deboli sono turbate, da sembrare che non appena capita che questo Salterio cada sepolto in tale fossa della dimenticanza, si arresti la verità, e si procuri questa pusillanimità dei deboli.

Dio infatti, fin dall’inizio del mondo e successivamente per una lunga serie di anni fu molto ben conosciuto da tutti i mortali, onorato da assai pochi; finché dunque si giunse appunto, presso tutti gli uomini, anche al grande ottenebramento dell’oblio e dell’ignoranza, al punto che, ai tempi di Abramo, a stento da alcuno, tranne lui, Egli fu conosciuto e adorato. A tal punto l’idolatria aveva inondato l’intera terra, come un vero e proprio diluvio. Quello che allo stesso Dio, tre volte Santissimo, vediamo che è avvenuto tra gli uomini, ci meravigliamo che ciò sia potuto accadere al nostro Salterio? O anche chi potrà affermare che ciò sia avvenuto di più, quando si sarà persuaso che è potuto precipitare insieme allo stesso Dio in un uguale oblio?

Che cosa dirò della legge di Mosè: come fu grand’essa un tempo, e di che valore! Ma quante volte, e in che gran dimenticanza, indifferenza e oblio cadde anche presso gli stessi Ebrei? E questo allora certamente fu a colpa del popolo, invece ora introdottisi nel mondo a pieno diritto i Sacri Riti e i diritti del popolo Cristiano, quanti dirò li che conoscono bene e, anzi, hanno piacere di meditarli nell’animo?

Chi conosce le Leggi e i Sacri Canoni della Chiesa? Non si sa allo stesso modo, quanto forti e incrollabili furono le pratiche della Religione Cristiana? Anch’esse tuttavia furono per lungo tempo in gran parte abbandonate a seguito di una diversa esperienza; pure oggi le cose antiche, anche del tutto trascurate, a stento veramente si conoscerebbero, se certe carte scolorite e odoranti di vecchio non avessero custodito un’oscura memoria di loro.

È capitato un po’ a tutti, a partire da Dio, di essere dimenticati e caduti nell’oblio della memoria …

La prima regola dell’osservanza di tutti i Sacri Ordini appare ormai, ahimè, vetusta, e proprio in un’ombra oscura, lei che rendeva così bello l’Ordine Religioso. Quelle cose che una volta furono simili a cedri per altezza, ora giacciono a terra, come poveri biancospini e umili tamerischi. Quel vigore si è indebolito, quell’austerità si è gelata, quel fervore si è intiepidito, il culto, se non si oscura, avrà la stessa sorte. Se tali riforme già avvengono, ahimè, da nessuno sono chiamate novità e fantasie. A tal punto che molti conoscono grandi cose e moltissime altre, ma le proprie Regole non le conoscono.

Noi conosciamo tutto, ma la nostra fede non la conosciamo…

Dunque che impressionerà di più i cuori degli uomini, la rovina del Salterio detta? Tanto più che il Signore sulla sua stessa Religione Cristiana ha predetto: Pensi che il Figlio dell’uomo venendo, troverà la fede sulla terra?

Ora, per capire meglio il capitolo decimo del libro primo che, seguendo l’ordine, ora dovremmo leggere, è necessario anticipare la lettura del capitolo quarto del secondo libro.

Il Clementissimo Dio d’ogni Misericordia e Dio d’ogni consolazione, dall’abbondanza della sua indulgentissima pietà ed eterna carità, si è degnato di rivelare il Salterio di Cristo e di Maria, già a lungo sepolto nella incurante dimenticanza degli uomini, ad un Padre, Frate dell’Ordine dei Predicatori. 

Per mezzo di lui, con l’aiuto della grazia di Dio, sono stati compiuti inauditi e innumerevoli prodigi; questo Frate Predicatore era particolarmente devoto nel Salterio a Dio e alla Madre di Dio. 

Il detto Padre anche, prima di pervenire per vocazione divina, a quella grazia di straordinaria predicazione, per lungo tempo fu solito offrire il Salterio di Maria, in un’assidua devozione quotidiana a Dio, attraverso l’Avvocata Maria, Madre di Dio; per cui liberato dalle tentazioni del diavolo, della carne e del mondo, e immune da esse, trascorreva una vita sicura con Dio nell’Istituto della sua vocazione. E certamente fu liberato da alcune tentazioni; ma dalla grandissima importuna molestia d’altre tentazioni e da lotte assai crudeli fu tanto afflitto, e dovette combattere. 

Infatti Dio così permettendo – come solo lui poteva farlo uscire fuori dalla tentazione: cosa che la Chiesa conosce per esperienza, e anche oggi soffre – ecco che fu tentato per sette anni interi assai crudelmente dal diavolo, fu battuto dalle sferze, e ricevette duramente percosse con fruste. A tal punto furono dunque parecchio crudeli quelle sferze, da torturargli abbastanza spesso la vita, o spingerlo alla disperazione, se la benigna Vergine di Dio, impietositasi, non avesse così portato all’afflitto di tanto in tanto soccorso e rimedio. 

E poiché assai largamente, per la così gran forza occulta proprio da parte dell’impetuoso torturatore, molto spesso era agitato furiosamente dallo spirito della disperazione, a darsi la morte violentemente, apportandola con le proprie mani, o spargendo l’anima e il sangue con un coltello, o rinunziando alla vita con qualsiasi altro genere di morte. 

Insomma: voleva suicidarsi…

Una volta stava in una lucida disperazione dell’anima, nella Chiesa del suo Sacro Ordine, quando Santa Maria lo salvò, apparendogli visibilmente all’improvviso, dissipando la tentazione. 

Già, infatti, ahimè, la mano tesa del tentato, avendo estratto il coltello, sebbene non aveva la piena volontà, piegò il braccio e con la lama affilata, scagliò alla propria gola un colpo così deciso e certo per la morte, che di certo avrebbe causato, senza alcun indugio o dubbio il taglio della gola, che aveva recisa: ma si avvicinò, misericordiosissima, la salvatrice Maria, e con un colpo deciso, in soccorso a lui, afferra il suo braccio, non gli permette di farlo, dà uno schiaffo al disperato, e dice: “Che fai, o misero? Se tu avessi richiesto il mio aiuto, come hai fatto altre volte, non saresti incorso in così grande pericolo”. Detto questo svanì, ed il misero rimase da solo.

Avete visto? La Vergine Maria appare e gli dà un ‘sberlone’ solenne, da vera mamma, e rimprovera questo Padre perché non l’ha invocata… Quante volte noi stiamo nel nostro dolore e ci disperiamo come se fossimo gli unici a soffrire sulla terra: impariamo a pregare e a invocare la Vergine Maria perché venga ad aiutarci!

Dopo un po’ di tempo egli, fu colpito da una gravissima ed incurabile infermità del corpo, cosicché, tutti coloro che lo conoscevano, credevano che egli fosse sicuramente il prossimo figlio della morte.

Uscito dalla Chiesa, entra nella cella, dove di nuovo da ogni parte era agitato dai demoni, turbato nella coscienza, gravato da una nuova malattia, e giaceva miseramente in ardentissimi gemiti, mentre pregava in questo modo ed invocava la Vergine Maria: Me misero, figlio della morte. Ahi! Che farò, sfortunato? Le cose celesti mi sono avverse: per me il cielo è di ferro. Le cose infernali mi tormentano; le cose umane mi abbandonano. Non so che pensare, che dire, dove volgermi. Speravo, o Maria soccorritrice, che io, oh misero!, sarei stato più forte e più sicuro col tuo aiuto: ed ecco, oh dolore!, sono caduto in una maledizione più pesante. Ahimè! Per quale ragione sono nato? Perché infelice ho visto questa luce? Perché sono entrato in questa Religione, anche possedendola? Perché mi ha comportato un così lungo e duro servizio della vocazione? Dov’è, per favore, la verità di colui che dice: Il mio giogo è soave, e il mio carico leggero? Dove è la verità, che Lui non permette a noi di essere tentati al di là di quanto possiamo? Veramente, dando a Dio la riverenza e anche offendendola, preferirei piuttosto non esistere, o essere stato un sasso, che trascorrere così i giorni della mia vita. 

Così egli concluse supplicando come Giobbe e Geremia: e incerto si chiedeva se abbandonare per il resto della sua vita il servizio del Signore intrapreso, o continuarlo.

Prima tenta il suicidio e ora arriva addirittura a maledire il giorno della sua nascita e di abbandonare il sacerdozio! Che tentazioni terribili ha subito quest’uomo…

A lui che vacilla nella decisione, ecco all’improvviso, viene in soccorso la Santa delle Sante. 

Mentre egli, infatti, si dibatteva tra gli stati d’animo, ed era incline all’una o all’altra cosa, quasi a metà della notte tempestosa, tra la decima e l’undicesima ora, nella cella ove lui giaceva, rifulse lo splendore di Dio con una luce improvvisa, ed in essa apparve maestosa la Beatissima Vergine Maria, che lo salutò dolcissimamente.

Dopo molti santi colloqui la Vergine cosparse del suo Latte purissimo le moltissime ferite mortali dei demoni, e subito le guarì del tutto. 

Nello stesso tempo, alla presenza del Signore Gesù Cristo e di molti Santi, che stavano intorno, sposò questo suo servo, e gli dette l’anello della sua Verginità, fatto accuratamente dei Virginei capelli della stessa Maria.

Pensate che bello… ma, per meritare doni così grandi, bisogna soffrire così tanto: con il suo latte la Vergine Maria guarisce tutte le ferite inferte dal demonio e poi… lo sposa, dandogli la sua Verginità con l’anello fatto con i Suoi capelli.

E’ inspiegabile ed inestimabile quest’anello di gloria, che porta infilato al dito, con il quale si sposa in modo così mirabile, senza essere visto da nessuno. Egli poi sente profondamente, per mezzo di esso, indubitabili aiuti contro ogni tentazione diabolica. 

Allo stesso modo, la Benedetta Vergine Madre di Dio gli appende al collo, mettendogliela addosso, una Catena intrecciata di Capelli Virginei, sulla quale stavano attaccate centocinquanta pietre preziose, e, inframmezzate da altre, quindici, secondo il numero del suo Salterio.

Gli mette al collo una Corona di Suoi capelli intrecciati con centocinquanta pietre preziose – le Ave Maria – inframmezzate da altre quindici pietre – i Pater Noster.

 Dopo aver esposto tutte queste cose, Lei gli dice che fa così, in modo spirituale e invisibile, a coloro che recitano devotamente il suo Salterio. 

Capite che questa è più che una buona ragione per recitarlo tutti i giorni: la Vergine Maria mette al collo, in modo invisibile e spirituale, questa Catena intrecciata con i suoi capelli virginei con le centocinquanta pietre preziose e i quindici Pater Noster oro che recitano ogni giorno il Salterio di Gesù e di Maria!

Noi andiamo a letto alla notte e la Vergine Maria ci ha messo al collo in modo invisibile questa stupenda Catena.

Il medesimo numero di gemme è contenuto anche nell’anello, ma in forma minore. 

Dopo queste cose, la medesima soavissima Signora gli dà un bacio, e gli dà anche da succhiare i Virginei Seni. Succhiando egli avidamente da essi, gli sembrava di essersi ristorato in tutte le membra e forze, e di essere trasportato al Cielo. E abbastanza spesso, poi, la benigna Madre gli donò la medesima grazia dell’allattamento.

Mi viene da dire: fai questo e poi muori… che cosa c’è di più? Da una parte diventa suo sposo e dall’altra lo tratta come un neonato tra le sue braccia. Passa da un ceffone solenne a questi momenti bellissimi dell’Anello, della Catena, del bacio e dei seni virginei: pensate come sono dense le giornate e le notti degli amici di Gesù…

Qui poi c’è una bellissima immagine in cui la Vergine Maria appare al Beato Alano e gli consegna l’anello… bellissima!

Narro cose degne di essere ammirate da tutti i mortali. 

Questa Regina di entrambi i mondi dopo lo Sposalizio, apparendogli molto spesso e lasciandolo stupefatto, accrebbe divinamente la sua forza, e lo rinvigorì, affinché desse allo stesso modo coraggio agli altri devoti, per mezzo del Salterio della Madre di Dio. Una volta Lei gli disse: «Diletto Sposo, da ora in poi non devi mai più considerarmi divisa da te, né separarti dall’affidamento a me, e dal mio servizio: essendo così grande l’unione tra me e te, che, se per mezzo del Santo Sposalizio corporale fossimo stati sposati tante volte, quante donne esistono al mondo, tuttavia non sarei stata a te così stretta e legata come ora, per mezzo dello Sposalizio spirituale, sono unita a te, e questo senza alcuna unione carnale, che è senza valore e che non vale nulla, ma in quella spirituale e del tutto divina. In questo consiste la procreazione verginale e la celeste fecondazione delle anime, che nessuno, sia con la ragione, sia attraverso l’erudizione è abbastanza in grado di comprendere, se non colui che la riceve. Orsù dunque, coraggio, o dilettissimo Sposo, è necessario ormai che, secondo i diritti matrimoniali, siano condivise tra noi tutte le cose. Perciò voglio comunicarti per diritto del Matrimonio spirituale, le grazie conferite a me. 

Sappi poi che il Matrimonio corporale è un Sacramento Santo nella Chiesa, in quanto è figura e segno del Matrimonio spirituale tra Cristo e la Chiesa. Poiché dunque ti sposai, per mezzo del Salterio Angelico, come anche Dio Padre mi sposò a sé, per mezzo del medesimo nell’Angelica Salutazione, per la generazione di suo Figlio; così anch’io, Vergine purissima e intemerata, sono stata unita a te, per volere di Dio, in vista del rinnova il mondo operato dal mio Figlio, per mezzo dei Sacramenti e delle Virtù. 

 Non venga in mente a nessuno, nulla di impuro in questa unione. 

La Vergine Maria previene quelli che andrebbero a pensare chissà che cosa …

Infatti, la generazione spirituale è più pura del sole, più pulita delle stelle, contenendo l’abbraccio della Trinità infinita, e in essa si consuma questo Sposalizio, in quella stessa, nella quale sono tutte le cose, dalla quale vengono tutte le cose, e per mezzo della quale esistono tutte le cose. 

Gioisci allora e rallegrati, o Sposo, poiché mi hai fatto gioire tante volte, quante volte mi hai salutato nel mio Salterio. Eppure, mentre io ero felice, tu molto spesso eri angosciato, eri tormentato assai pesantemente, eri afflitto molto duramente, ma perché? Avevo stabilito di darti cose dolci, perciò per molti anni, portavo a te cose amare. 

Vedete: per avere questi doni ci vogliono grandi sofferenze 

Orsù gioisci ora. Eccoti, dall’abbondanza dei miei doni, quindici Gioielli in dono, secondo i quindici Gigli del mio Salterio Verginale».

Poi vedremo che cosa sono i quindici gioielli nel capitolo quinto del secondo libro.

Domani invece, torneremo al capitolo decimo del primo libro in cui il beato Alano ci spiega alcuni elementi delle rivelazioni e dei doni che ha ricevuto dalla Vergine Maria.

Penso che oggi abbiamo abbastanza Cielo… possiamo volare!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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