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La grandezza del Sacerdozio

Bacio-ordinazione

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia del 16 maggio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

Le mani del Sacerdote

Oh, se si pensasse che le mani sacerdotali sono più sacre di un calice consacrato, non si giudicherebbe inutile baciarle e non si avrebbe l’ardire di stringerle a modo profano. Stringere la mano sacerdotale per saluto è una mancanza di rispetto, stringerla con un’intenzione non retta è molto più sacrilego che se si prendesse un calice dell’Altare per bervi. Quella mano è di Dio, e si è distesa sulle ginocchia del Vescovo per giurare a Dio solo la fedeltà dell’amore, come il servo di Abramo pose la sua mano sotto la coscia del padrone per giurargli che non avrebbe mai profanato la sua stirpe. Il Sacerdote è servo di Dio e le sue mani consacrate sono il segno della sua giurata fedeltà ; non possono stringersi in amicizia terrena, ma solo possono essere baciate some calice di Dio. Tu che baci un’oleografia con devozione, non bacerai la mano segnata con l’Olio santo, sulla quale la grazia dello Spirito Santo oleografò la Croce del Redentore e impresse il segno della grazia?
O Gesù mio, come potrei io tendere queste mani, al mondo, al giuoco, al denaro, alle brutture della carne? Io che non sopporto di vedere in un luogo immondo la Croce, sia pure segnata su di un giornale, come potrei mettere in luoghi obbrobriosi di peccato il mio cuore e la mia mano, più sacri di un Calice?

Don Dolindo Ruotolo

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La grandezza del Sacerdozio

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Tra due domeniche celebreremo la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, comunemente conosciuta come Solennità del Corpus Domini, e allora vorrei cercare di impostare questi momenti che avremo insieme, in cui celebrerò la Santa Messa, per concentrare le omelie in preparazione a questa Solennità così grande e importante del Corpus Domini.

Il Vangelo di oggi ci offre uno spunto molto forte e, meditando questo Vangelo, personalmente mi sono sentito molto coinvolto in questa espressione di Gesù: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi?»

Mi sento coinvolto perché vedo che, troppo spesso, la fede, la mia fede, non è fede, non è vera, non è autentica, perché non crede veramente nelle cose di Dio.

E voi mi chiederete: «Ma perché dice questo?»

Perché adesso vi voglio leggere un testo, che, quando l’ho letto pochi giorni fa, mi ha lasciato di stucco. Non avevo mai letto cose del genere, non le avevo mai studiate, come dico spesso, e trovo in queste parole una verità così profonda, così vera che lascia spiazzati.

È un testo del Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo, questo santo Sacerdote napoletano, figlio spirituale di Padre Pio da Pietralcina, un grande uomo di Dio, che ha sofferto come Padre Pio una persecuzione terribile, ingiustamente, calunniato in tutti i modi, e ha scritto delle opere meravigliose sul Sacerdozio, su Dio, su Gesù, sulla Madonna, delle cose stupende.

Lui fa una riflessione sulle mani del Sacerdote.

Ci stiamo preparando al Corpus Domini, Gesù qui richiama i Suoi discepoli perché non hanno fede, perché non pregano, perché non sanno scacciare il diavolo, allora sentite cosa c’è racchiuso nelle mani di un Presbitero. Se noi Sacerdoti leggessimo più spesso queste cose, probabilmente la nostra vita sarebbe diversa.

Scrive Don Dolindo: “Oh, se si pensasse che le mani sacerdotali sono più sacre di un calice consacrato, non si giudicherebbe inutile baciarle e non si avrebbe l’ardire di stringerle in modo profano. Stringere la mano sacerdotale per saluto è una mancanza di rispetto, stringerla con un’intenzione non retta è molto più sacrilego che se si prendesse un calice dell’altare per bervi”.

Ma chi di noi ha mai pensato a queste cose?

Chi di noi riflette su queste cose?

Terribile…abbiamo da parte di Dio dei doni incommensurabili, su cui noi neanche riflettiamo e meditiamo, a partire da noi Presbiteri. Siamo noi i primi che abbiamo fastidio se un fedele ci bacia la mano, e pensare che il giorno dell’Ordinazione, quando veniamo ordinati, la prima cosa che si fa è baciare le mani appena unte…è incredibile.

Poi, quando avremo tempo, ci sono degli scritti dei Santi, del Santo Curato d’Ars, di Santa Veronica Giuliani, di San Pio da Pietralcina, che ci dicono delle cose proprio da Paradiso, e uno le legge e dice: «Ma io dove sono vissuto fino ad oggi? Ma io in chi ho creduto? Dov’è la mia fede? Qual è il mio Dio? Che vita cristiana ho condotto io fino ad oggi?»

È terribile…quando ho letto: “Stringere la mano sacerdotale per saluto è una mancanza di rispetto”, io sono rimasto di stucco.

Primo, è difficile trovare un Sacerdote che, quando gli prendi la mano e gliela vuoi baciare, te lo lascia fare, perché adesso abbiamo desacralizzato tutto.

Quindi, un Prete a cui baci la mano dice: «Ma che schifo!», oppure la sottrae, oppure gli dai fastidio; è già difficile trovare un Don Dolindo o un Padre Pio, comunque, al di là di questo, è difficile che noi abbiamo nel cuore questa coscienza della sacralità di queste mani.

Ora sentite cosa scrive: “Quella mano è di Dio, e si è distesa sulle ginocchia del Vescovo per giurare a Dio solo la fedeltà dell’amore, come il servo di Abramo pose la sua mano sotto la coscia del padrone per giurargli che non avrebbe mai profanato la sua stirpe. Il Sacerdote è servo di Dio e le sue mani consacrate sono il segno della sua giurata fedeltà; non possono stringersi in amicizia terrena, ma solo possono essere baciate come calice di Dio”.

Se un Prete legge queste cose e se si comporta così, e se si vede trattato così, vi garantisco, di peccati non ne riesce a fare più, non ne fa più, non si può, non si può.

Scrive Don Dolindo: “Tu che baci un’oleografia (cioè un dipinto) con devozione, non bacerai la mano segnata con l’olio santo, sulla quale la grazia dello Spirito Santo oleografò la Croce del Redentore e impresse il segno della grazia?”

Che roba pazzesca, incredibile leggere queste cose…una cosa pazzesca.

Dovremmo fare come faceva il Beato Charles de Foucauld, leggere queste parole in ginocchio.

O Gesù mio, come potrei io tendere queste mani, al mondo, al giuoco, al denaro, alle brutture della carne?”

Certo, se ne sono cosciente però, se sono cosciente di che cosa sono queste mani; se non ne sono cosciente, se nessuno mai me ne parla e se io mai me ne avvedo, capite che le mie mani le ritengo uguali a quelle di tutti gli altri.

Io che non sopporto di vedere in un luogo immondo la Croce, sia pure segnata su di un giornale, come potrei mettere in luoghi obbrobriosi di peccato il mio cuore e la mia mano, più sacri di un calice?”

Adesso vedremo perché sono più sacre di un calice…

Allora, a conclusione di questa breve lettura, a me viene da dire questo: «Se anche noi non possiamo baciare le mani di un Sacerdote, perché non conosciamo Sacerdoti disponibili a ricevere un bacio sulla mano (ed è molto frequente), facciamolo col cuore e con lo spirito. Impariamo con la mente a compiere questo gesto di rispetto, impariamo con la mente ad avere questa grande attenzione interiore. Dobbiamo proprio chiedere al Signore questa grazia».

La prossima volta che ci vedremo vi parlerò anche dell’estrema unzione, nella quale sapete che vengono segnate le mani, e in quel rito le mani del Sacerdote vengono segnate in un modo diverso; questo mi è venuto in mente leggendo questa cosa di Don Dolindo, perché l’avevo studiato e mi aveva colpito questa cosa.

Le mani di un Presbitero moribondo si segnano in un punto diverso da quello di un laico, per rispetto della sacra unzione.

Quindi, primo, impariamo col cuore a fare questi atti di venerazione e di devozione, come facevano i primi cristiani. Sapete che nei tempi delle prime persecuzioni prendevano i Sacerdoti e i Vescovi e tagliavano loro le mani, in segno di disprezzo, affinché non potessero più consacrare e non potessero più benedire; c’è tutto un capitolo sulla benedizione sacerdotale che è una cosa meravigliosa.

Allora i cristiani sapete cosa facevano?

Raccoglievano queste mani come reliquie e le deponevano tra gli aromi, in mezzo ai fiori, e le conservavano lì come reliquie.

Quindi, con il nostro cuore impariamo ad avere questa devozione interiore, questo senso di rispetto, questo senso di ringraziamento verso Dio, e preghiamo perché i Sacerdoti abbiano, in un modo o nell’altro, la possibilità tutti di leggere queste cose, di sentirle, di essere raggiunti dalle parole di questi Servi di Dio, di questi Santi (come vedremo prossimamente), di questi uomini che hanno fatto del Sacerdozio un momento saliente della loro vita e per questo erano devoti dell’Eucarestia.

Non si può essere veramente eucaristici, veramente devoti dell’Eucarestia, se non siamo veramente della grandezza del Sacerdozio, se non siamo coscienti della santità legata al Sacerdozio.

Il Sacerdote non è più un uomo come tutti gli altri, e ci vuole una vita per capirlo; la sua vita da quel giorno è cambiata completamente, non è più come gli altri, non è più in mezzo agli altri. La sua presenza è completamente diversa, la sua identità è cambiata a livello ontologico, nell’essere è avvenuto un cambiamento profondo, è stato impresso in lui un carattere nuovo, totalmente divino.

Più voi sarete coscienti di questo, più noi impareremo ad esserne coscienti, perché prenderemo consapevolezza che siamo chiamati ad una dignità tutt’altro che terrena.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

PRIMA LETTURA (Giac 3,13-18)

Se avete nel vostro cuore spirito di contesa, non vantatevi.

Fratelli miei, chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità.

Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera.

Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)

Rit: I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti.

Ti siano gradite le parole della mia bocca;

davanti a te i pensieri del mio cuore,

Signore, mia roccia e mio redentore.

Canto al Vangelo (2Tm 1,10)

Alleluia, alleluia.

Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte

e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.

Alleluia.

VANGELO (Mc 9,14-29)

Credo, Signore; aiuta la mia incredulità.

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.

E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.

Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».

Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.

Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

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