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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 14

“Condotta per passare santamente la Quaresima” - p. Avrillon

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 14 marzo 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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“Condotta per passare santamente la Quaresima”, del p. Avrillon. Parte 14

Eccoci giunti a lunedì 14 marzo 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VI di San Luca, versetti 36-38.

Andiamo avanti con la nostra meditazione, seguendo il testo di Padre Avrillon, siamo oggi al “Giorno di ricerca”.

Vediamo il Padre Avrillon cosa ci dice.

Lunedì dopo la I domenica – Giorno di ricerca

“Entrate oggi nei sentimenti della Sposa dei cantici. Dite, com’essa, al vostro svegliarvi: Signore mostratemi la vostra faccia: la vostra voce sì deliziosa risuoni ai miei orecchi. Dite ancora a voi stesso con questa amante: Io mi alzerò dal mio letto, e cercherò colui cui ama il mio cuore. Non lasciate di fare in tutto il giorno, e s’è possibile in tutta la vostra vita, questa ricerca sì santa e sì vantaggiosa. Cercate Dio nelle vostre preghiere, cercatelo nel tempio, cercatelo nella solitudine, nelle adunanze, nei vostri impieghi. Cercatelo nei disprezzi, nelle afflizioni, e sopra tutto nel vostro proprio cuore: egli vi è; e sicuramente voi lo troverete, se l’amate; ma per rendere questa ricerca più facile e perfetta, cercate Dio puramente per Dio”.

Beh, mi sembra molto chiaro.

Oggi è proprio il giorno della ricerca: cerchiamo Dio!

Cerchiamo Dio per Dio!

È molto bella questa espressione.

Non cerchiamo Dio per qualcosa: per avere, per capire, per sapere…

No, cerchiamo Dio per Dio!

È bello quando si ha un’amicizia (ed è solo questa la vera amicizia, ovviamente) e tu capisci che l’altra persona ti cerca per te stesso, per quello che tu sei e per quanto tu sei, per quanto tu sei in quel momento lì.

Quando andavo in carcere, vedevo queste mamme, d’estate, inverno, primavera, autunno, anche dei papà, che portavano i pacchi ai loro figli in carcere. I momenti più brutti, secondo me, erano quelli sotto Natale, perché potete immaginare… Loro, con la pioggia, con il vento, con il sole, stavano a farsi queste code, per attendere il loro turno per consegnare il pacco, che poi veniva dato ai figli.

Chissà queste persone, queste mamme, nella solitudine, o forse meglio dire nell’isolamento del loro dolore, e anche del loro disonore, perché non è che tu racconti a tutti: «Domani mattina vado in carcere a portare il pacco a mio figlio». Capite? Non è proprio come dire: «Domani mattina vado alla laurea in neurochirurgia di mio figlio». Capite? È un po’ diverso, no?

E nel vederli, mi dicevo: «Vanno e tornano piegati, perché il dolore piega, il dolore piega anche fisicamente».

Ci sono persone che voi vedete con la schiena piegata, ma è innanzitutto una questione spirituale. Hanno sofferto talmente tanto nella loro vita, soffrono talmente tanto nella loro vita, che persino il loro corpo lo dice, perché sono piegati, piegati dal dolore.

Io dicevo: «Nonostante tutto questo dolore, nonostante sul loro viso non ci sia più il sorriso, però sono lì, però sono lì, come sempre, a portare il pacco a questo ragazzo o a questa ragazza. Continuano ad essere i loro figli, nonostante tutto il male compiuto».

A me sembra che noi, invece, ci fondiamo tanto sul sentimentalismo, sulle sensazioni, sul sentire… ma quali sono le prove dell’amore, dell’amicizia? Io credo che su questo noi abbiamo tanta confusione, tanta confusione…

Cercare Dio per Dio, cercate Dio puramente per Dio, dice. È vero, eh.

Come è difficile! Come è difficile… Provate a farlo con le persone e vedete come è difficile. Cercare quella persona puramente per quella persona, non per quello che mi dà, non per quello che è, non per quello che fa; nel senso di non cercare il Sacerdote, il dottore, l’architetto…

No, no, cercate quella persona, togliendo tutte queste cose!

Provate a pensare: «Io quella persona la cercherei comunque, se non fosse questo, se non facesse quello, se…? Così, come è questa persona nel suo profondo, non come è collocata nella società, non come è collocata nei miei rapporti di lavoro, di famiglia; no, no, puramente per quella persona, così com’è proprio nella sua essenza, nel suo essere tale, io, la cercherei comunque? È di questo che io sono innamorato? È questo che io tanto apprezzo, o non è piuttosto quello che mi dà e quello che mi fa?»

Voi direte che è difficile scorporare ciò che una persona è nel suo profondo, con tutto il resto. Sì, capisco, perché noi identifichiamo molto la persona con il suo fare, con il suo operare, con le sue categorizzazioni.

Sì, certo, è difficile scorporare una professoressa XY dall’essere una professoressa, sembrano un tutt’uno; sì, ma questa un giorno cesserà di essere professoressa, non è nata professoressa e finirà di essere professoressa… e quindi? È la persona che rimane… e così è Dio, ovviamente in sommo grado.

Noi cerchiamo Dio perché è Dio, in quanto Dio?

Bisogna vedere se Lo conosciamo, per quanto è a noi possibile conoscerLo, o Lo cerchiamo in quanto dispensatore di grazie, di doni, di miracoli, di cose da fare, in quanto “oggetto” da pregare… eh, bisogna capire.

Perché io cerco Dio? Per quale motivo io cerco Dio?

«Fammi.. dammi… fammi… dammi…», sempre per la solita logica della sanguisuga.

“Gesù disse ai Giudei: Io me ne vado, e voi mi cercherete e morrete nel vostro peccato. Fate attenzione che i Giudei non si son meritati questa minaccia terribile, se non perché non hanno cercato Dio, ch’era in mezzo a loro. Ma perchè non l’hanno cercato? Primieramente perchè non avevano fede, come Gesù oggi rimprovera loro con queste parole: Se non credete a me, morrete nei vostri peccati”.

Quindi: uno, perché non hanno fede.

“In secondo luogo, perchè erano troppo carnali e terreni, ciò che significa loro con queste parole: Voi siete della terra, cioè a dire: voi non amate che la terra; io sono del cielo”.

Anche qui, chissà noi…

“Finalmente, perchè amavano troppo il mondo: voi siete di questo mondo, ed io non lo sono. Volete voi cercare Iddio con un esito più felice? Prendete una condotta tutta opposta. Rettificate la vostra fede e fate in maniera ch’ella sia animata dalla carità e sostenuta dalle opere buone. Alzatevi da terra, staccatevi dal mondo, il quale non lo conosce, perchè non si cerca ciò che non si conosce”.

Ovviamente…

Uno vive quarant’anni di matrimonio e poi, alla fine, ti dice: «Mah… sa, Padre, che io non ho mai conosciuto mio marito o mia moglie?»

Io dico: «È interessante… con chi è che ha convissuto per quarant’anni?»

Noi possiamo vivere per quarant’anni, non insieme alla persona che abbiamo sposato, ma insieme alla nostra idea di quella persona.

“Per eccitarvi più fortemente a questa ricerca, esaminate tutti i mezzi, dei quali Dio si è servito per cercare il vostro cuore; le ispirazioni, la sua divina parola, le stesse afflizioni che vi ha mandate per staccarvi dal mondo e per impegnarvi a cercarlo. Come vi avete voi corrisposto?”

Quanti aiuti ci dà Dio!

“Quando una persona fugge e si nasconde, è diffìcile il trovarla; ma quando essa si fa vedere, essa previene, e cerca ella stessa, è facile il ritrovarla. Voi non avete mai cercato Dio, che non sia stato egli il primo a cercarvi e non vi abbia aiutato a cercarlo. Dunque è colpa vostra se non lo avete trovato, e meritate che si allontani da voi e si nasconda quando voi lo cercherete. Avete voi mai ben pensato alla disgrazia di un’anima, che non ha Dio con se stessa?”

Io temo che non ci abbiamo pensato tanto…

“Quale orribile solitudine! I piaceri possono ben divertirla, ma non possono contentarla. Ella sente in se stessa un vuoto, e conosce che v’è Dio solo, che possa riempirlo. Tutto gli manca quand’ella non l’ha. Perchè dunque non fa tutte le sue parti per cercarlo?”

È vero, è l’esperienza di tutti noi: quando abbiamo Dio, abbiamo tutto, e siamo felicissimi, serenissimi, in “pacissima”, è tutto bellissimo, stupendo; quando non abbiamo Dio, avvertiamo dentro un senso di disorientamento, di isolamento, di vuoto, di insensatezza del vivere, terribile…

“Per trovare Iddio fa d’uopo cercarlo bene. Qual consolazione! Qual ardore avrebbe un avaro nel cercare i tesori, se bastasse il cercarli per trovarli! Cercare Iddio è il maggior di tutti i beni e voi non potete star senza di lui, ma soprattutto cercatelo bene. Fuggite il mondo perchè esso è un ostacolo invincibile alla sua ricerca, e non vi si trova giammai. Per riuscire in questa ricerca state raccolto in voi stesso. Voi siete in lui, dice l’Apostolo; godetene, ma non cessate mai di cercarlo per possederlo, dice S. Bernardo, e possedetelo per imparare a cercarlo con maggior premura”.

Quindi, per cercarlo bene (questo è un tema che ritorna sempre), bisogna fuggire il mondo, che non vuol dire disprezzare il creato, già ve l’ho detto tante volte, ma vuol dire fuggire la mondanità, vuol dire fuggire tutto ciò che ci allontana da Dio, e noi lo sappiamo che cos’è, ognuno di noi lo sa nella sua vita che cos’è. Sono quelle situazioni, quelle relazioni, quelle persone, quelle cose, in mezzo alle quali noi progressivamente ci sentiamo spegnere, come morire, perché separati, perché veniamo distanziati dal nostro Creatore.

“Quegli che mi ha mandato è meco, disse Gesù, perchè fo quello, ch’è di suo piacere. Voi siete sempre con colui che voi cercate, quando voi fate la sua volontà: senza ciò, voi non lo cercate, ei non si farà veder mai da voi; ma eccovi la regola, che dovete prescrivervi in questa ricerca per riuscirvi bene: bisogna cercare Iddio, cercarlo nel tempo, cercarlo bene, cercarlo in tutte le cose, e finalmente cercarlo fino alla morte.

  1. Bisogna cercare Iddio. Questa è un’assoluta necessità di cercar un Dio senza il quale non possiam vivere, di cui non possiamo privarci, e non possiamo perderlo, che per colpa nostra. Finalmente bisogna cercarlo in questa vita, perchè questo è il solo mezzo di possederlo per tutta l’eternità”.

È un dovere assoluto, perché ne abbiamo bisogno.

“2. Bisogna cercarlo nel tempo, mentre noi viviamo e possiamo ritrovarlo. Vi sono dei tempi ch’egli si nasconde, e si allontana da noi per punire la nostra negligenza e qualche notabile mancanza: egli parte, talvolta non ritorna più; oppure non si cerca più, o si cerca male; e la morte viene: qual disavventura!”

Quindi dobbiamo fare di tutto per evitare di perdere Dio, di farLo fuggire. Siamo così superficiali, che dopo tre mesi diciamo: «Mah… non so cosa è successo, come mai non sento più il Signore ?». Certo…

“3. Bisogna cercarlo bene, cioè a dire, come noi cercheremmo la cosa più preziosa da noi smarrita, e da cui dipenderebbe la nostra quiete, il nostro onore e la nostra vita. Esaminate se vi sia nella vostra ricerca la pigrizia, l’incostanza, la freddezza; se questa ricerca è pura, vale a dire, se l’interesse, l’amor proprio, la vanità, il rispetto umano non vi hanno parte. Purificatela con diligenza, e credete che, se voi non avete ancora trovato Dio, la ragione si è perche voi l’avete mal cercato.

  1. Bisogna cercare Iddio in tutte le cose: nella sanità, nella malattia, nelle lodi, nei disprezzi, nella gioia, nella pena, nella grandezza, nella solitudine, nei beni, nella povertà, nelle dolcezze della divozione, e nell’aridezza, e si trova ovunque, quando si sta attento a ben cercarlo”.

Dio si trova ovunque!

“Finalmente bisogna cercare Iddio sino alla morte, perchè sol v’è la perseveranza, che lo impegni a farsi vedere e sentire: non bisogna stancarsi mai di picchiare alla porta del suo cuore; questo tesoro è molto prezioso per meritare una costante ricerca, ed è ben cieco e vile chi s’arresta nel cammino. Voi forse l’avete cercato in un giorno di fervore, ed in un tempo in cui provaste un gusto sensibile a ricercarlo. L’indomani voi vi siete intiepidito, ed invece avete cercato voi stesso. Cercatelo sinché l’abbiate trovato. Se voi avete la consolazione di trovarlo, non cessate per questo di cercarlo per timore di perderlo. Bisogna cercarlo sino all’ultimo punto della vita, ed allora si trova con molto profitto, poiché si è sicuri di non perderlo più”.

E adesso stiamo attenti a quello che vi leggo.

Questo testo è una preghiera, ma è anche una profonda meditazione.

Io vi consiglio di averlo tutti i giorni sotto gli occhi, da qua fino alla fine della vita, perché questa è una preghiera, non solo bellissima ma verissima, è una constatazione via l’altra, stupenda.

Concludiamo con questa preghiera bellissima, ma prima riesco a dirvi ancora due parole sulla Passione di Gesù.

Pensate a Gesù quando viene abbandonato…

Dopo vi leggo la preghiera bellissima, ma volevo dirvi due parole sulla Passione, di quando Gesù viene lasciato solo nelle mani dei nemici e i discepoli si ritirano.

Qui Padre Avrillon dice:

“Qual dolore per il tenero cuore di Gesù Cristo. Infatti non v’è niente di più aggradevole ad un buon maestro, che d’esser con coraggio difeso dai suoi discepoli e di poter fidare sulla loro fedeltà”.

Che bello quando noi difendiamo Gesù!

“Così niente vi è di più disgustoso, che d’esser abbandonato nelle pericolose occasioni, dove si tratta dei suoi beni, del suo onore e della sua vita. E noi lo abbandoniamo tutte le volte che fuggiamo quando bisogna combattere per la sua gloria e difendere i suoi interessi; quando dobbiamo seguire gli esempi della sua vita nascosta e penosa, e prendiamo vilmente la fuga”.

Allora vi leggo questa bellissima preghiera:

“Qual turbamento, qual dispiacere, qual inquietudine non ho io provata quando ho aderito alle mie passioni, o alle creature senza pensare a cercare il mio Dio!”

Questo già basta, basterebbe questo, perché è vero, si prova turbamento, si prova dispiacere, si prova inquietudine, quando aderiamo alle passioni o alle creature, senza cercare Dio.

“Qual orribile sterilità! Qual vuoto spaventevole, e quale inquietudine nel mio spirito e nel mio cuore! Ciò che mi parea dover essere il centro del mio riposo, non mi ha cagionato che turbamento, che ansietà sopra tutto quand’ebbi la disgrazia di trovare ciò che cercava, nè era l’unica cosa che doveva cercare! Ho cercato la stima delle creature, e bene spesso ho avuto disprezzo. Ho cercato il mondo, e non vi ho trovato che il nulla, e belle apparenze che non hanno fatto contento il mio cuore. Ho cercato di piacergli ed egli mi ha disprezzato”.

Succede sempre così!

Tutte le volte che noi vogliamo compiacere il mondo, noi perdiamo Dio e il mondo, noi non abbiamo mai l’apprezzamento del mondo.

È così, è una legge, perché il mondo comunque riconosce che portiamo dentro di noi un qualcosa di diverso, e anche se noi lo vogliamo tradire o abbandonare o rinnegare, restiamo sempre diversi. È così, non si gode né dell’uno né dell’altro.

“Non ho trovato che amarezza nei suoi piaceri, che viltà nei suoi divertimenti, che impostura nelle sue promesse, che vanità nei suoi impieghi, che perfidia nelle sue carezze, e falsità in tutte le sue massime”.

Ditemi chi può dire il contrario? Nessuno! Nessuno.

“Ne sei tu ben disingannata, o anima mia?”

Cioè, uno dice: «L’hai capita? Adesso l’hai capita?»

“Avresti tu forse ancora qualche affetto per questo impostore, che non ti ha fatto se non male, e tante volte ti ha ingannato, quante volte ti sei di lui fidata?”

Sì, eppure noi andiamo avanti, andiamo avanti a cercarne la compagnia, la presenza, la stima, l’affetto, il riconoscimento, l’onore e quant’altro. Eh sì…

“Volgetevi dunque per una felice necessità a Dio solo…”

A Dio solo! Questa verginità della ricerca, questa verginità della dedizione, questa verginità del darsi…

“…cercatelo con premura nella semplicità del vostro cuore, cercatelo in tutte le cose e con una costante perseveranza, e voi lo troverete. Egli ve l’ha promesso, ed è fedele nelle sue promesse. Amatelo, che questo è il mezzo di ben cercarlo e di trovarlo sicuramente. L’amore, dice S. Bernardo, è la causa ed il frutto di questa ricerca. Sia per ragione, sia per i vostri vantaggi, dovete a questo fine usar ogni premura sul riflesso della vostra debolezza e dei vostri bisogni. Potete voi vivere senza le sue grazie, senza il suo spirito e la sua forza? E potete voi aiutarvi da voi medesimo?”

No.

E quindi, allora, cerchiamo, cerchiamo, cerchiamo il Signore!

Domani vedremo un giorno bellissimo. Sono tutti bellissimi, ma quello di domani veramente è stupendo: vedremo il giorno di vita nascosta.

Bellissimo…

 

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 6, 36-38)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

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