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Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 9

Cardiologo visita Gesù

Meditazione

Pubblichiamo l’audio del ciclo di meditazioni sul libro: “Un cardiologo visita Gesù” di domenica 18 settembre 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

VANGELO (Lc 16, 10-13)

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
“Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”.

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Un cardiologo visita Gesù di Franco Serafini, parte 9

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a domenica 18 settembre 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo sedicesimo di san Luca, versetti 10-13.

Continuiamo con la nostra lettura con commento e meditazione di Un cardiologo visita Gesù. I miracoli eucaristici alla prova della scienza del dott. Serafini. 

Ieri siamo arrivati a questa domanda: 

Ma come è possibile che lo stesso vetrino possa sembrare epidermide a un medico e miocardio ad un altro esperto di medicina legale?

In effetti, abbiamo visto, c’era stata questa discrepanza: fatte tutte le analisi di cui vi ho letto ieri, il professore di New York ha detto una cosa, mentre gli altri hanno affermato che si trattava solo di epidermide.

La risposta è nelle profonde alterazioni subite dal tessuto della muestra humeda del 1999: le fibre muscolari perdono le tipiche striature, si separano tra loro, si incurvano e si rompono, sono infiltrate da numerosissimi leucociti e non somigliano più alle classiche immagini degli atlanti di anatomia patologica.

L’autorità del prof. Zugibe è così forte che cinque anni dopo, il 28 febbraio 2008, ad un meeting a San Francisco, il dott. Lawrence dichiara di essersi sbagliato e riconosce che il tessuto è, definitivamente, miocardio infiammato.

Come vedete tutti gli studiosi che si sono messi ad analizzare questo tessuto concordano che è miocardio infiammato. La ragione di questa iniziale discrepanza dipende dal problema del tempo e poi ci sono le presenze di numerosissimi leucociti e tutta una situazione che, se uno non è espertissimo, è difficile da decifrare. Se uno ha in mente un’immagine da atlante di anatomia e poi si imbatte in qualcosa di non totalmente corrispondente, dice: “No, non è questo…”. In realtà un occhio più esperto lo riconosce ugualmente, anche se, essendo passato del tempo, qualcosa in apparenza può essere cambiato. 

Prosegue il dott. Serafini:

Il 17 marzo 2006, il dott. Castanón può presentare ufficialmente a Mons. Jorge Mario Bergoglio, nel frattempo nominato cardinale di Buenos Aires, un rapporto conclusivo sulle indagini iniziate nel 1999. A questo punto, ci si sarebbe attesi dal cardinale un pronunciamento ufficiale, tenendo conto anche delle indagini sui fatti del 1992, di cui pure era stato presentato un rapporto in Curia e in Vaticano. Nei tessuti del 1992 si può ampiamente confermare la presenza di sangue e in quelli del 1996 la presenza di tessuto miocardico sofferente, ma vivo. Blondet, nel suo libro, dà voce alla delusione di padre Eduardo Pérez Dal Lago:

Io speravo che, avute in mano queste risposte, Bergoglio annunciasse: Corpus Christi. Invece no, ha solo autorizzato l’adorazione nella cappella della chiesa di Santa Maria e dal 2002, a dieci anni dal fenomeno, la periodica esposizione di quello che dobbiamo chiamare ‘‘segno eucaristico”, anziché miracolo eucaristico.

In effetti la Curia ha tenuto, in questi anni, un atteggiamento ambivalente. Da una parte sostiene e incoraggia la parrocchia di Santa Maria nell’approfondimento della devozione al Santissimo Sacramento e nell’accoglienza di quanti si presentano spontaneamente per informarsi dei fatti accaduti […] il terzo venerdì del mese alle ore 20 e il quarto sabato del mese alle ore 11, per due ore, la parrocchia accoglie eventuali pellegrini: vengono raccontati i fatti del 1992 – 1996 e credo venga esposta la crosticina di Sangue che è tutto quello che rimane del primo miracolo del 1992. Lo stesso cardinale Bergoglio, mi è stato detto, circa ogni anno si recava in Santa Maria per un’ora di adorazione eucaristica. La parrocchia, recentemente, ha fatto pubblicare una cartolina in cui si riconosce, di spalle, il cardinale Bergoglio rivolto in preghiera verso l’inconfondibile Ostensorio a quattro petali. Nel retro è riportata la frase che l’attuale Papa disse rivedendosi nella fotografia: «Questa è la migliore foto che abbia mai visto di un vescovo: lo rappresenta così come deve essere».

Tuttavia, bisogna ammettere che veramente poco è stato fatto per far conoscere, non dico al mondo, ma all’Argentina e alla stessa Buenos Aires al di fuori dei confini parrocchiali, questi eventi prodigiosi. Se un pellegrino va a Lanciano, già fin dall’autostrada A14, a decine di chilometri di distanza, compaiono le indicazioni per il Santuario del Miracolo eucaristico. Ebbene, a Santa Maria in Buenos Aires la discrezione è la più totale: si oltrepassa la soglia della chiesa senza venire confortati da un cartello o da un’indicazione. Occorre chiedere direttamente a qualcuno; solo allora, con cortesia e un amabilissimo sorriso, il parrocchiano sconosciuto risponde che sì, lì è avvenuto un evento miracoloso, porta dei depliant e va a vedere se il parroco può ricevere. In realtà, da un paio di anni finalmente sono state poste, all’ingresso della cappella dell’adorazione, due lastre di pietra su cui è inciso: «La comunità di Santa Maria dedica questa cappella all’Adorazione

permanente. Qui si conservano il Segno Eucaristico e tutti i vasi sacri, a partire dai fatti avvenuti negli anni 1992, 1994 e 1996. Speriamo che il Segno sia per altri quello che è stato per noi: un cammino di scoperta dell’Adorazione Eucaristica». E ancora: «Gli incontri di Narrazione del Segno Eucaristico avvengono tutti i terzi venerdì […]. Non è necessario prenotarsi. In questi incontri, noi membri della comunità racconteremo i fatti, ne converseremo e pregheremo insieme. Questo è il modo con cui la comunità parrocchiale, insieme al suo Vescovo, ha deciso di condividere questi fatti con i fratelli, considerandolo il più adeguato e privilegiandolo rispetto a qualunque altro mezzo di comunicazione».

Prosegue il dott. Serafini:

Come si vede, persiste l’impiego del termine “segno”, indubbiamente meno forte e meno imbarazzante, ma più vago di “miracolo”… Interessante è il ribadire la volontà di non volere usare gli strumenti di comunicazione di massa, oggi così potenti e pervasivi, ma di privilegiare un approccio diretto, interpersonale. Anche nel depliant che ci è stato offerto ritorna, a tratti, lo stile politicamente corretto di chi non vuole imporsi: «In un clima di discernimento continuiamo a chiedere quali sono i cammini da seguire […]. Crediamo che nel trasmettere e nel ricevere questi fatti, dobbiamo rispettare la libertà della fede. Nessuno può obbligare qualcuno a considerarli in un modo o in un altro. Ciascuno nella fede ha l’obbligo di accogliere quello che Dio gli ispira nella preghiera unito ad un atteggiamento fraterno di annuncio nella libertà».

Prosegue, sempre Serafini:

Non vorrei addentrarmi oltre in un terreno che non mi compete; ma non riesco a trattenere una domanda: siamo sicuri di bene interpretare la Volontà Celeste? Qualcosa di clamoroso è avvenuto a Buenos Aires e si è ripetuto cinque volte affinché il messaggio fosse forte e chiaro. C’è sangue e c’è un frammento di cuore vivo e sofferente… In una prospettiva di fede, se questi segni avvengono, è perché evidentemente ne abbiamo bisogno! Perché sussurrare timorosamente quello che andrebbe urlato a squarciagola?! Perché nascondere “la lampada sotto il moggio”, tanto per fare una citazione autorevole?

Il risultato di tanto basso profilo è inevitabile: pochi, al di fuori della parrocchia di Santa Maria, conoscono l’esistenza di questo miracolo e i voli charter delle agenzie del turismo religioso dell’America Latina (e degli USA) si dirigono altrove, per esempio a Betania in Venezuela, dove una veggente, che non temo di definire isterica, nonostante ne sia in corso la causa di beatificazione, non coltivava altrettanto bene le virtù dell’umiltà e del nascondimento.

Per concludere: a contribuire alla censura dei fatti di Buenos Aires, mancava anche il cyber-terrorismo! Dall’autunno 2015 il sito internet della parrocchia di Santa Maria è stato bloccato da hacker professionisti di matrice islamica. Quello che poteva essere un punto di partenza e un riferimento per ottenere informazioni sicure, orari di ricevimento e un breve riassunto dei fatti, oltre alla dimostrazione che la parrocchia di Santa Maria è una normale e concreta realtà di vita vissuta, non esiste più. Al suo posto l’immagine fissa di una moschea che si riflette su di uno specchio d’acqua al tramonto e la voce gutturale e inquietante del muezzin! Gli autori dell’hackeraggio sono un gruppo turco, noto come “Ayyildiz Team”, e sono dei professionisti; si vantano di imprese dimostrative non da poco: per esempio, nel 2014 sono entrati nel sistema di difesa Iron Dome dell’esercito israeliano, hanno bloccato siti dell’ONU, della Coca-cola, di diversi enti istituzionali europei. Nel gennaio 2016 hanno beffato il sito del ministero della difesa russo sostituendovi la bandiera russa con la bandiera turca. Una riflessione: perché questi cyber-terroristi così capaci se la sono presa con una povera parrocchia cattolica, sconosciuta e insignificante per i destini del mondo? Vuoi vedere che il nemico, colui che non dorme mai, ha le idee più chiare dei figli della luce su ciò che è veramente importante colpire?!

Post scriptum. Dopo un anno circa, nell’autunno 2016, con una nuova impaginazione, finalmente è ricomparso il sito ufficiale della parrocchia.

Beh, io mi fermerei qui per ora… 

Ho voluto leggervi tutta questa riflessione del dott. Serafini e non mi sono voluto addentrare in altri particolari commenti, anche perché li ho già fatti: tutto quello che potevo dire su quello che abbiamo letto l’ho già fatto nei giorni scorsi e anche perché le parole del dott. Serafini sono estremamente chiare. Pone domande, dubbi e segnala una serie di questioni aperte che ciascuno di noi, rileggendo alcuni passaggi del testo, può affrontare e lasciar parlare dentro di sé mediante la propria riflessione e preghiera. Come vi dico sempre con uno sguardo rivolto sempre ‘ad intra’ – su di noi – perché tutti questi eventi sono, di fatto, un appello a una riflessione seria sulla mia fede cristiana e sulla mia fede eucaristica, sul mio essere cristiano cattolico, sul mio credere alle parole di Gesù, sul mio credere quindi nella Eucarestia, perché noi possiamo anche metterci a fare delle riflessioni, a trarre delle deduzioni sul comportamento degli altri, però alla fine a che cosa servono? A niente! Dobbiamo sempre riportare tutto a noi: mi serve il comportamento di alcuni che in un momento storico particolare hanno fatto delle scelte, fare una mia riflessione e dire: “Bene… io adesso che cosa voglio fare del mio modo di essere adoratore di Gesù Eucarestia? Come voglio impostare la mia fede eucaristica d’ora in poi?” 

Io penso che tutti noi abbiamo veramente tanto da riflettere… 

Domani continueremo nella lettura di questo libro che mi sembra davvero bello e di cui ci consiglio la lettura integrale.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.

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